“Sto per dire una cosa abnorme, enorme, madornale”. Così Giuliano Ferrara dalla prima pagina de Il Foglio, dice la sua sul Movimento 5 Stelle. “Se i grillozzi applicano la regola aurea del doppio mandato, eliminano il Ficus, la Taberna, il gerarca minore e Fofò dalle liste, non dico che li voto, perché sono un perdente fedele del Pd, ma li lodo come una vera, notevole forza riformatrice”, scrive sul quotidiano da lui fondato.

Passa così in rassegna, tra critiche ed elogi (ma con voti finali tra l’8 e il 9), i provvedimenti messi in campo nel corso degli anni dal Movimento. Partendo dal Reddito di cittadinanza “che a me pareva di pigranza”, scrive Ferrara, ma che “è sfociato in una riforma efficace dell’assistenza pubblica in tempi calamitosi, riducendo un tasso di povertà che pare sia davvero troppo alto”. Passando poi alla riduzione del numero dei parlamentari ” l’unica vera riforma costituzionale andata in porto in decenni e decenni da un referendum plebiscitario” e al Superbonus del 110% che, continua Ferrara, se da un lato “ha indotto truffe miliardarie in un paese non disincline alla truffa in commercio”, dall’altro ha permesso all’Italia “nel disastro di pandemia e guerra e inflazione” di marciare “come pil al di sopra della Germania”. “Efficacia in pagella: 8” anche sul Pnrr: “a trattare la mutualizzazione del debito a Buxelles e a ottenere la fetta maggiore per l’Italia, bè, c’erano loro”, conclude Giuliano Ferrara.

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