L’ulteriore crescita dei prezzi all’ingrosso dell’energia, legata al conflitto in Ucraina e alla riduzione dei flussi di gas da parte della Russia, ha convinto l’Arera a cambiare il metodo di aggiornamento dei costi della materia prima per i 7,3 milioni di utenti domestici ancora in regime di tutela. Anche per intercettare in modo immediato le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi, l’authority non utilizzerà più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso europeo Ttf, bensì la media dei prezzi effettivi del punto di scambio virtuale italiano. Inoltre la frequenza di aggiornamento del prezzo diventa mensile, non più trimestrale.

Il nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela gas, ad oggi previsto a gennaio 2023, termine che l’Autorità ha chiesto più volte venga allineato a quello del fine tutela elettrico, previsto per gennaio 2024. Secondo il presidente Stefano Besseghini “Il ricorso ad un meccanismo più dinamico di formazione del prezzo permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio e di trasferirgli invece, immediatamente, i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.

Per l’Unione nazionale consumatori “è un’ottima notizia. Sono state accolte le richieste che facevamo da mesi all’Authority. Ora però anche il Governo Draghi deve fare la sua parte e intervenire immediatamente per rinviare la scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il 1° gennaio 2023, come chiede oggi Arera e ha già chiesto da mesi”. Secondo Assoutenti “la validità della misura varata oggi da Arera dovrà essere verificata sul campo, per capire se determinerà benefici o, come molti temono, svantaggi per le famiglie. Ciò che è certo e molto grave è che Arera abbia provveduto a decidere un cambiamento così importante senza avvisare preventivamente le associazioni dei consumatori e senza un confronto con chi rappresenta coloro che pagano le bollette, e avrebbero potuto apportare un contributo concreto alla questione dell’aggiornamento tariffario”. “Riteniamo tuttavia che il problema centrale e sul quale si sta facendo poco o nulla siano gli extra-profitti incamerati dalle società energetiche grazie ai rincari delle bollette – aggiunge il presidente Furio Truzzi – Proprio su tale tema presenteremo nei prossimi giorni una dettagliata proposta tecnica ad Arera volta a colpire gli iperbolici guadagni di chi si sta arricchendo grazie all’emergenza energia”.

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