Bollette (in teoria) più leggere per i clienti del mercato tutelato. È questa la novità principale apportata dal Parlamento al decreto Energia dell’1 marzo ora in fase di conversione. Dopo il via libera della Camera il 13 aprile, il testo è passato al Senato che dovrà approvarlo entro la fine del mese. Se la modifica introdotta con un emendamento che ha come primo firmatario Davide Crippa (M5s) saranno confermate, le tariffe calcolate da Arera per i clienti del servizio di maggior tutela dovranno tenere conto anche “del reale costo di approvvigionamento” del metano. Si tratta di un passo avanti notevole rispetto alla situazione precedente.

Secondo la legge del 1995 che ha istituito l’Autorità, infatti, i prezzi vengono determinati soltanto “in relazione all’andamento del mercato”. Nello specifico, le tariffe del servizio in tutela sono agganciate alle quotazioni dei contratti future sul gas negoziati al Ttf di Amsterdam, la borsa di riferimento in Europa. Una scelta che, nelle intenzioni, doveva servire ad alleggerire le bollette ma che si è rivelata un’arma a doppio taglio. Infatti, se da un lato premiava i clienti quando il prezzo del gas scendeva, dall’altro, non li proteggeva da eventuali rincari. Il sistema di calcolo, in seguito agli aumenti registrati dal metano sui mercati finanziari, è stato preso di mira dalle associazioni dei consumatori.

La modifica al decreto del governo, con il riferimento al “costo di approvvigionamento”, serve pertanto a correggere un meccanismo che, nella fase attuale, ha mostrato di non funzionare al meglio. Il testo corretto dalla Camera, inoltre, si lega al decreto energia del 21 marzo con il quale il governo ha imposto alle imprese di trasmettere all’Autorità i contratti di acquisto del gas. In questo modo si spera di riuscire a ridurre lo scarto tra i prezzi pagati dai grossisti e quelli applicati alla clientela. Anche il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha espresso soddisfazione per il provvedimento in via di approvazione. È “il primo tentativo di ancorare in maniera più stretta i prezzi che pagano i consumatori finali del mercato tutelato e le tariffe che la Legge 481 del 1995, un pilastro del nostro ordinamento energetico, deve difendere”, ha spiegato in un’intervista al Messaggero. Secondo Tabarelli, “l’esistenza dell’Arera è proprio a difesa dei consumatori finali e deve tenere conto d’ora in poi anche dei costi effettivi di approvvigionamento”.

Del resto, negli ultimi mesi i rincari delle bollette per i clienti del mercato tutelato avevano suscitato aspre polemiche. Durante i primi tre mesi dell’anno, infatti, per una famiglia tipo il gas è aumentato del 94% sullo stesso periodo del 2021 mentre l’elettricità addirittura del 131%. Un incremento, soprattutto quello del metano, ritenuto da molti frutto della speculazione. Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha rilevato che mentre il metano arrivato in Italia a cavallo di febbraio e marzo, secondo i dati delle dichiarazioni doganali, costava 0,60 euro al metro cubo, al Ttf di Amsterdam era arrivato a quotare 1,60 euro. Un divario piuttosto insolito: negli anni scorsi i due valori erano perfettamente allineati. Quindi, gli aumenti del prezzo del gas registrati alla Borsa olandese sarebbero stati in larga parte causati da dinamiche speculative. Ora, se il Senato confermerà l’emendamento approvato dalla Camera, Arera potrà stabilire le tariffe usando anche i dati sugli acquisti di metano messi a disposizione dagli importatori, bilanciando in questo modo i valori del Ttf con il “costo reale” del gas.

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