Mentre molti programmi spaziali sono statti rallentati dall’esclusione della Russia causa guerra in Ucraina, la Cina lancia il secondo dei tre moduli della sua stazione spaziale in costruzione. Sono stati i media della Repubblica popolare, con la TV pubblica CCTV, a mostrare le immagini in diretta del lancio. Si tratta del modulo denominato Wentian, di circa 20 tonnellate e senza astronauta a bordo, partito dal centro di lancio di Wenchang, sull’isola tropicale di Hainan. Lungo circa 18 metri e con un diametro di 4,2 metri, questo modulo-laboratorio andrà ad agganciarsi a Tianhe, il primo modulo della stazione che è già in orbita dall’aprile del 2021.

Ad attenderlo ci sono i tre taikonauti, come sono chiamati gli astronauti cinesi, arrivati nel Palazzo Celeste all’inizio di giugno, due sono dei veterani: Chen Dong, Liu Yang, che nel 2012 è stata la prima donna cinese ad andare nello spazio e Cai Xuzhe, al suo primo volo. Il lancio è un nuovo passo verso l’ampliamento della stazione spaziale Tiangong, a bordo della quale si trovano tre astronauti, e in ottobre l’Agenzia spaziale cinese per il Volo umano (Cmsa) prevede di lanciare un secondo modulo, chiamato Mengtian. Entrambi i moduli pressurizzati, dedicati alla ricerca scientifica in microgravità, dovranno essere agganciati all’estremità del modulo Tianhe in modo che, una volta completata, la struttura avrà la forma di una T.

Il modulo Wentian è destinato a ospitare esperimenti di Biologia e porta sulla stazione spaziale Tiangong anche un piccolo braccio robotico, complementare a quello più grande già attivo, in modo da permettere operazioni più precise. Il secondo modulo, sarà invece dedicato a esperimenti di scienza dei materiali e dimostrazioni tecnologiche. Lo sviluppo della stazione spaziale cinese è il primo segnale dei grandi cambiamenti previsti nello spazio nei prossimi anni. Attualmente la Stazione Spaziale Internazionale è l’unica struttura abitata e dedicata alla ricerca pienamente operativa, ma ha i suoi anni e alla fine di questo decennio dovrebbe andare in pensione. Si pensa quindi al dopo e, se da una parte gli Stati Uniti stanno aprendo a prossime iniziative commerciali, un comitato interno della Nasa, citato da siti specializzati, ha espresso il timore che l’agenzia spaziale americana potrebbe non essere in grado di gestire nei tempi previsti la fase di transizione dalla Stazione Spaziale Internazionale a quelle commerciali, con il rischio di lasciare un periodo di vuoto, una sua assenza dall’orbita bassa, quella a circa 400 chilometri dalla superficie terrestre in cui sono operative le stazioni spaziali.

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