Negli ultimi tre anni due tempeste, quasi perfette, hanno investito la società occidentale e, in particolare, quella europea: la pandemia e la guerra. Della pandemia si era persa ogni memoria diretta, poiché la Spagnola aveva decimato i terrestri un secolo fa; e quella indiretta è carente, frammentata, reticente. La guerra non è una novità ma per gli europei – inglesi esclusi – è un modello da esportazione, Estremo e Medio Oriente e Nord Africa, con episodi sparsi a piacere un po’ ovunque, dall’Africa alle isole più sperdute dell’America Latina.

Pandemia e guerra sono le cose importanti e, senza dubbio, le loro conseguenze sociali sono cosa urgente. Non bisogna però dimenticare la lezione del generale Dwight Eisenhower, presidente degli Stati Uniti: “Ciò che è importante è raramente urgente e ciò che è urgente è raramente importante”. Ci sono momenti della storia in cui bisogna avere il coraggio di anteporre l’importante all’urgente. La politica italiana è focalizzata sull’urgenza, è comprensibile, ma sorvola bellamente sull’importanza, affidata a ineluttabili soggetti sovranazionali.

In estrema sintesi la pandemia ha ricevuto due diverse risposte, dagli esiti ormai chiari. La prima, il Lato A che ha prevalso in Occidente, è stata ispirata da un bel racconto di Jack London, La legge della vita. Così si spiega la mortalità elevata – dalla Gran Bretagna (273 morti ogni centomila abitanti) all’Italia (282) e agli Stati Uniti (312) – rispetto a quella del mondo orientale, dieci o cento volte di meno. La seconda, il Lato B della risposta pandemica, ispirata al rispetto per la vita e la vecchiaia.

Sulla guerra Papa Francesco ha espresso con più chiarezza di tutti il Lato B, l’assoluta priorità della pace. Per contro, è prevalso in tutto l’Occidente il Lato A, l’ineluttabile necessità di una guerra da alimentare a ogni costo, mai messa in discussione dalle istituzioni nazionali e sovra-nazionali, ma neppure condivisa in modo democratico con i cittadini.

Le urgenti misure di mitigazione delle conseguenze della pandemia e della guerra sono la diretta conseguenza delle decisioni importanti sulla pandemia e la guerra. La politica non può limitarsi a gestire l’urgenza dando per scontato che non esista un Lato B delle scelte importanti che si stanno perseguendo. Può il Movimento 5 Stelle, con la sua residua ma non trascurabile consistenza parlamentare, fornire una solida rappresentanza per chi si riconosce nel Lato B?

A chi pensa che il rispetto per la vita venga prima dell’economia e la pace prima di ogni guerra, perché “non esiste una via per la pace; la pace è la via” (Mahatma Gandhi). Gli altri partiti, opposizioni comprese, non lo hanno fatto, finora; e chi ci ha provato ha mancato di chiarezza, tutto preso dall’urgenza.

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