La Marmolada sarà totalmente chiusa per decisione del sindaco di Canazei. “La parte alta del ghiacciaio è stata più volte controllata dai tecnici e ci sono evidenti fratture che preoccupano. In caso di un eventuale distacco parliamo di decimi di secondo” spiega Maurizio Dellantonio, presidente del Soccorso alpino nazionale, incontrando la stampa per fare il punto delle operazioni di ricerche dei dispersi che, nel frattempo, sono scesi a cinque, dopo che le autorità hanno rintracciato 8 delle 13 persone che si credevano essere rimaste sotto la neve. Attorno a mezzogiorno, ad esempio, 4 turisti stranieri che avevano lasciato l’auto al parcheggio ai piedi della Marmolada, e dunque inseriti nella lista degli eventuali dispersi, hanno recuperato il mezzo. Le ricerche proseguono senza sosta e durante le ricognizioni svolte in mattinata con i droni lungo la via normale della Marmolada sono stati trovati resti di dispersi e anche effetti personali. “Chi di dovere (i Ris di Parma, ndr) sta comparando i reperti organici e umani raccolti. È un lavoro lungo quello di mettere in relazione i reperti con gli esami del Dna”. Intanto ha finalmente un nome uno dei feriti, ricoverato da domenica all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Si tratta, riporta l’Ansa, di un giovane di 30 anni, originario del Trentino. Si trova tuttora in prognosi riservata. I medici avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento. Ed è di oggi pomeriggio la conferma che è stata identificata la quarta delle sette vittime accertate: si tratta di una donna di 54 anni, trentina.

“LO DOBBIAMO ALLE FAMIGLIE” – “Non ci arrendiamo. Le ricerche andranno avanti, 24 ore su 24. Lo dobbiamo alle famiglie”. Franco Zambelli è uno dei vigili del fuoco di Trento impegnato nei soccorsi dopo il distacco del seracco di ghiaccio della Marmolada. “La massa si è indurita, si è solidificata, le ricerche andranno avanti sicuramente tutta la settimana”. La speranza, quasi una chimera, è che si sia creata qualche sacca d’aria per i dispersi, ma a quasi 48 ore dal crollo l’ipotesi diventa sempre più irreale. “Appena arrivati l’impatto è stato devastante davanti mi sono trovato un’immagine impressionante, la slavina è grandissima, mai vista una cosa del genere neanche in tv”. I corpi recuperati erano in parte sopra la valanga, altri sono stati recuperati seguendo le corde a cui erano legati. “Abbiamo avvistato alcuni reperti, con ogni probabilità si tratta di indumenti. Resta da chiarire però se sono riconducibili al crollo di domenica. Vedremo come e se recuperarli”. Oltre l’impegno e l’angoscia c’è anche da usare la massima attenzione: “Bisogna agire con prudenza perché in quell’area c’è stata una guerra, c’è il rischio di trovare ordigni della Prima Guerra Mondiale. Serve cautela, le bombe sono pericolose”.

Per le ricerche vengono utilizzati in particolare quattro droni, due nella parte alta e due nella parte medio-bassa del seracco precipitato. All’appello manca ancora una quindicina di persone. La base delle squadre e dei comandi dei droni sono al Rifugio Capanna Ghiacciaio, la struttura sfiorata dalla valanga. Oltre al Soccorso alpino Cnsas opera una squadra del Soccorso alpino della Guardia di Finanza. Secondo quanto riferito, il monitoraggio prosegue negli stessi punti esaminati ieri dal volo dei droni in superficie; in caso di reperti si interverrà per i rilievi fotografici ed eventualmente poi per un veloce prelievo.

MARMOLADA CHIUSA – Intanto la tragedia non ferma gli escursionisti: c’è chi ieri ma anche stamattina ha imboccato i sentieri per salire, ma farlo “è pericoloso”, dicono i soccorritori, ricordando che esiste l’ordinanza del sindaco di Canazei Giovanni Bernard con cui si indica che la Marmolada “è chiusa”. Proprio per stabilire i ‘confini’ del divieto e prevedere eventualmente un controllo dei principali ‘ingressi’ alla montagna – dopo la valanga di domenica in cui sono morte sette persone – è un corso una riunione dei soccorritori e del primo cittadino alla sede del Cnsas. Per questo è stato deciso che la Marmolada sarà totalmente off limits. Il provvedimento, che ha al momento una durata indefinita, segue l’ordinanza di chiusura parziale di domenica ed è ritenuto necessario per operare in sicurezza e allontanare curiosi dall’aria del disastro. “È stata una misura drastica ma necessaria. Stiamo individuando tutte le vie di accesso al ghiacciaio e alle aree di escursioni. Invitiamo tutti ad agevolare il lavoro dei soccorritori. Il provvedimento in questo momento è indefinito a livello temporale. È una soluzione estrema nell’attesa delle analisi tecniche – ha detto il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard – Oggi alle 17 faremo riunione con i tecnici. Presumibilmente sabato sarà dichiarato lutto cittadino” .

RISCHIO NUOVI DISTACCHI – “Rimane ancora il rischio di distacco della parte di seracco rimasta ancora pericolante sulla montagna. Tutte le attività che facciamo tengono in considerazione questo aspetto. Non è così banale: uno può pensare che dopo tre giorni, visto che non è caduto, possa rimanere lì, ma non è per niente così. La parte rimanente è stata più volte visionata dagli esperti nivologici e glaciologici della Provincia che sono molto preoccupati per le fratture che si sono create a monte della parte che è rimasta. Per cui noi abbiamo il dovere di garantire la sicurezza di tutti”. Lo ha detto il capo del Soccorso alpino nazionale Maurizio Dellantonio, a margine della riunione di coordinamento sui soccorsi a Canazei. “Abbiamo già fatto un calcolo per un nuovo distacco: cioè quanti secondi ci metterebbe ad arrivare in una zona che noi riteniamo primaria e le cifre sono basse. Si parla di un paio di decine di secondi nella zona più alta. Questo ci impone di attenzionare con molta cura questa problematica”, ha aggiunto il numero uno del Soccorso alpino.

IN CAMPO ANCHE I CANI –Da domani o al massimo dopodomani il Soccorso alpino tenterà l’ispezione “vista-udito” con specialisti delle ricerche e con unità cinofile, ha aggiunto all’Ansa il presidente del Corpo nazionale del soccorso alpino, Maurizio Dell’Antonio. “La cosa che vorrei fare – ha precisato Dell’Antonio – guardando bene il tempo ma anche le temperature dei prossimi giorni, è un intervento congiunto con tutte le forze che abbiamo in campo: fare dal limite del ghiacciaio in giù un intervento anche con con l’utilizzo dei cani, per vedere se se riusciamo a trovare qualcosa che con i droni è impossibile scovare“. Secondo Dell’Antonio in zona dovranno agire “al massimo quindici persone, divise in due; una farà un ramo della valanga e una farà l’altro, con il Col del Bois in mezzo, e metteremo una serie di vedette. Ci saranno tutte le vie di fuga se ci fosse necessario per qualche piccolo crollo, con il massimo attenzionamento. Insomma tutti saranno ben informati di quello che devono fare e prendiamo le persone migliori. Ovviamente dovrò confrontarmi anche con il Capo della Protezione civile e con gli altri a capo delle Forze Armate forze di polizia presenti”.

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