Pochi minuti dopo le 4 di sabato 2 luglio tre missili X22 sono stati lanciati su Kharkiv dal territorio russo tra Kursk e Belgorod. Colpita una zona centralissima della seconda città ucraina (oltre 2 milioni di abitanti, l’80% scappato a ovest o all’estero), nello specifico gli uffici della società dell’acqua di Kharkiv lungo Shevchenka ulica, a poca distanza dal centro storico. Un missile ha distrutto l’edificio di due piani e l’esplosione ha diffuso detriti e documenti in un raggio di almeno duecento metri. Scardinata e volata fuori anche una cassaforte. Un altro è finito in mezzo alla sede stradale e un terzo X22 ha provocato un cratere di 7 metri di profondità e un diametro di una dozzina di metri. Questa terza esplosione ha divelto le lamiere e distrutto le carrozzerie e i vetri di diversi mezzi parcheggiati nel parcheggio esterno della sede amministrativa. Un minibus è volato via ribaltandosi, altri due sono stati distrutti e una macchina movimento terra spostata di svariati metri dalla forza della deflagrazione. Distrutte le vetrate di un edificio sulla collina opposta, sede di una compagnia turca. A pochi passi dalla sede della società e dal parcheggio c’era una stazione di servizio attiva carica di carburante: se fosse stata colpita gli effetti dell’attacco sarebbero stati ben diversi. Nei giorni precedenti, l’esercito occupante, sempre tra le 22 e le 5 del mattino, ha lanciato missili contro una scuola, alcuni palazzi privati e un distretto industriale alla periferia orientale di Kharkiv.