Aveva detto no, ma adesso si immola in nome del M5s. È Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione, la candidata del Movimento alle primarie siciliane del centrosinistra. Un nome deciso all’ultimo istante, o quasi. I Cinque Stelle arrivano al fotofinish – due ore prima della scadenza prevista per la mezzanotte del 30 giugno – per scegliere il loro volto per le primarie dalle quali verrà fuori il prescelto per la corsa alla guida della Regione Sicilia alle elezioni del prossimo autunno. La neo candidata è un’insegnante di Lettere di 45 anni, originaria di Venetico (Messina), diventata nota nel 2015 per un video fatto in casa in cui con una serie di cartelli (in stile Love Actually) attaccava la riforma della scuola del governo di Matteo Renzi. Un video che fece il giro del web.

Poco dopo la senatrice ha aderito al M5s ed è stata candidata sindaca alle comunali di Venetico del 2017, arrivando solo quarta con 422 voti. Si ritrovò poi catapultata d’improvviso nella lista dei candidati al Senato del 2018 per la defezione di Ornella Bertorotta, ritiratasi perché indagata per tentata concussione. Raggiunse l’elezione facilmente: fu l’annata in cui i grillini siciliani fecero man bassa di voti, addirittura ottenendo più seggi dei candidati a disposizione. A Palazzo Madama dal marzo del 2018, l’insegnante messinese (dopo anni al Nord ha poi insegnato al liceo Maurolico di Messina) è dal febbraio del 2021, col governo Draghi, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione. Poco conosciuta in Sicilia, oltre i confini del Messinese (il marito, Santi Grillo, è direttore di un grosso centro commerciale di Milazzo), la sua candidatura è considerata una scelta terza per evitare spaccature nel gruppo sull’Isola. Mercoledì pomeriggio, collegata in riunione con i siciliani del Movimento, aveva rifiutato l’ipotesi di una sua candidatura. Le pressioni delle ore successive l’hanno infine fatta capitolare.

“Non stiamo arrivando in ritardo: siamo ultimi ma siamo in tempo”, sottolinea Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, leader dei Cinque Stelle in Sicilia (dove è stato già candidato alla presidenza due volte). L’arrivo solo al fotofinish è però frutto delle spaccature interne al Movimento che pur avendo messo in campo candidati già da gennaio e pur avendo scelto assieme agli alleati la data della scadenza per presentare le candidature, è l’unico ad arrivare all’ultimo minuto: Pd e Sinistra hanno presentato la scorsa settimana le candidature di Caterina Chinnici e di Claudio Fava. Ma perché il M5s non era altrettanto pronto? “Semplicemente per un dibattito interno”, ribadisce il sottosegretario. Ma è innegabile che la scissione di Luigi Di Maio abbia sparigliato le carte, questo nonostante in Sicilia abbia portato poche defezioni e nessuna nel gruppo all’Assemblea regionale, considerato come il cuore del partito nell’isola. A passare con il ministro degli Esteri, però, è stato Francesco D’Uva, unico siciliano nel comitato territoriale. Al momento, comunque, i grillini isolani sono rimasti compatti di fronte alla scissione. E lo stallo in cui si sono impantanati negli ultimi giorni ha però una causa precisa: il limite del secondo mandato. Ovvero quello che impedisce proprio a Cancelleri di partecipare alla corsa per le Regionali per la terza volta.

Così che fino all’ultimo il sottosegretario ha lavorato per ottenere la deroga portando i suoi a stirare i tempi il più possibile. Un lavoro diplomatico per convincere Beppe Grillo ad allentare il vincolo che si è intensificato da lunedì, ovvero da quando Grillo ha iniziato il giro di consultazioni con i parlamentari del M5s a Roma. Il siciliano aveva l’appoggio di Giuseppe Conte ma il garante dei Cinque Stelle si è rivelato inamovibile. Dopo giorni in cui la tensione andava crescendo, Cancelleri, nel tardo pomeriggio di mercoledì, ha infine deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla candidatura. “La discussione a Roma è diventata a tratti paradossale”, ha esordito così Cancelleri in una conferenza stampa convocata poco dopo la decisione del passo indietro. Visibilmente provato, il sottosegretario si è presentato di fronte ai giornalisti, giovedì mattina a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per spiegare il perché del suo ritiro: “Non si è parlato di fare una riflessione serena sul limite ai due mandati: questa discussione è andata a finire completamente sopra di me. Non me la sono sentita, infine, di diventare il pomo di discussione di una vicenda che va, invece, affrontata con serietà”.

La deroga per accedere al terzo mandato: è stato questo che ha provocato uno stallo diventato nei giorni sempre più imbarazzante per i grillini siciliani. Titoli di agenzie e giornali, contraddittori sulla posizione di Grillo sul vincolo, si rincorrevano nelle chat dei gruppi pentastellati. Ma sono stati soprattutto i tanti retroscena svelati sui giornali che hanno convinto Cancelleri a mollare: “Nel racconto da parte dei giornali, ci sono stati soprattutto racconti – ha continuato il sottosegretario – fatti da fonti del movimento, certamente i giornalisti non si inventano dichiarazioni di un certo tenore: mi sento per questo di togliere l’equivoco delle mie parole”. Così ha voluto mettere chiarezza: “Non esco dal Movimento, perché non esco da casa mia” e “chiunque verrà scelto, tutti insieme lo sosterremo e faremo vedere i nostri sforzi”, così il due volte candidato del M5s alla guida della Regione, parla da allenatore di una squadra da tenere unita. Ma lo stallo nella scelta del candidato è andato ben oltre il ritiro di Cancelleri. Dopo il suo forfait la scelta sul nome ha impiegato, infatti, un’altra lunga giornata. In campo, infatti, a quel punto restava soprattutto Luigi Sunseri, consigliere regionale, che aveva dato la sua disponibilità già da gennaio. La sua candidatura però è stata considerata troppo divisiva, soprattutto per un post di Sunseri dello scorso 17 giugno dal contenuto nettamente a sfavore della deroga. La scelta a quel punto doveva ricadere su una candidatura che non spaccasse il movimento. Alle 21 di giovedì i siciliani del M5s erano ancora in attesa della decisione di Conte. Un’ora dopo è infine arrivata la scelta dell’ex premier. Ora i grillini dovranno recuperare un gap importante, e procedere spediti per una campagna elettorale di una ventina di giorni. Per le primarie si voterà, infatti, il 23 luglio. E tra i grillini il timore di soccombere alle prime primarie con Pd e Sinistra è diffusissimo.

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