Prezzi del gas ancora sotto pressione ad Amsterdam, il mercato che fa da riferimento per gli scambi del combustibile fossile. Il megawatt/ora ha chiuso a 129 euro, l’1% in più dalla chiusura di venerdì, dopo essere salito nella prima mattinata fino a 136 euro. A sostenere i prezzi c’è il timore che, di fronte alla riduzione delle forniture russe, si scateni una corsa ai rifornimenti degli stoccaggi per raggiungere la soglia minima di riempimento (tra l’80 e il 90%) necessaria per affrontare in sicurezza l’inverno. Al momento la media di riempimento dei depositi europei è del 55,7% con l’Italia in linea al 56%. “Dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto al prezzo del gas” ha detto stamane il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della sessione di lavoro del G7 di Elmau con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Al termine del vertice i paesi G7 hanno “convenuto di esplorare le opzioni per decarbonizzare il mix energetico e accelerare la transizione dalla dipendenza dai combustibili fossili, nonché per una rapida espansione dell’energia pulita da fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica”. La dichiarazione del G7 è stata adottata insieme a Ue, Argentina, India, Indonesia, Senegal e Sudafrica. Questo obiettivo, si legge ancora, “include la riduzione graduale del carbone” e l’aumento della quota di energie rinnovabili nel mix energetico”, riconoscendo “i contributi di approcci come l’economia circolare”. Inoltre “si impegnano a lavorare insieme per affrontare i potenziali impatto negativi e facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro”. I paesi hanno quindi deciso di lavorare insieme per accelerare un processo di transizione verso la neutralità climatica, garantendo nel contempo la sicurezza energetica”.

Oggi il Consiglio dell’Ue ha adottato in via definitiva il regolamento volto a garantire che le capacità di stoccaggio del gas nell’Unione siano riempite prima della stagione invernale e possano essere condivise tra gli Stati membri in uno spirito di solidarietà. Si tratta di un passo importante per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE nel contesto della guerra in Ucraina, ricorda il Consiglio in una nota. “Abbiamo già dodici Stati membri che hanno subito tagli di forniture da Gazprom. Sappiamo tutti che la situazione è seria e la crisi potrebbe anche peggiorare. Le forniture di gas dall’est sono dimezzate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e i flussi potrebbero anche calare ancora”, ha dichiarato la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, al suo arrivo al Consiglio Energia a Lussemburgo. “Dobbiamo rafforzare la nostra risposta a questa azione russa, che ha scelto la tattica del ricatto – ha aggiunto – e dobbiamo essere sicuri di essere preparati a ogni scenario”. Da Mosca Gazprom fa sapere che “I flussi di gas attraverso l’Ucraina passano ancora attraverso Sudzha dopo lo stop al transito via Sokhranvka. Il colosso dell’energia russo ha inoltre comunicato che il transito di gas attraverso l’Ucraina si attesta a 42 milioni di metri cubi al giorno. Al momento dall’hub del Tarvisio transitano 1,1 milioni di metri cubi l’ora.

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