Può un alto dirigente sanitario percepire lo stipendio e anche la pensione maturata dopo la nomina all’incarico? La domanda rimbalza in Veneto dalla Basilicata dove la situazione di Giampaolo Stopazzolo, originario di Vicenza, alla carica di direttore generale dell’Usl di Potenza ha attivato un’indagine conoscitiva della Corte dei Conti, per verificare se ci si trovi di fronte un indebito trattamento, visto che la pensione e lo stipendio vengono sommati. In Veneto sarebbero quattro gli alti dirigenti che si troverebbero nelle stesse condizioni per questo la Giunta regionale ha avviato accertamenti, in modo da evitare possibili contestazioni da parte dei magistrati contabili.

Il caso sollevato dai sindacati – Stopazzolo ha 64 anni ed era direttore dei servizi socio sanitari dell’azienda berica. Da gennaio è alla guida della struttura sanitaria lucana, dove l’1 marzo ha maturato il diritto alla pensione. La notizia è stata riportata dai giornali locali e ha indotto la Corte dei Conti ad aprire un accertamento. A puntare il dito erano stati alcune settimane fa i sindacati, che hanno citato un parere del Consiglio di Stato del 2020 secondo cui “nell’ipotesi in cui l’incarico venga conferito ad un soggetto ancora in servizio, al fine di evitare elusioni, al momento della quiescenza, lo stesso deve trasformarsi a titolo gratuito”. Ed è questo che i sindacati chiedevano di fare a Stopazzolo e alla Regione. “La soluzione più appropriata per evitare dannosi contenziosi è quella di un incarico a tempo e a titolo gratuito all’attuale direttore generale, nelle more della individuazione di un nuovo manager secondo principi di legalità, trasparenza e competenza. La sanità lucana non può essere gestita facendo affidamento sulle circolari, ma con un management che sia pienamente legittimato e operativo” hanno dichiarato gli esponenti Cgil, Cisl e Uil.

Gli altri casi – In Veneto le posizioni simili di vertice sono quattro, ma altre potrebbero riguardare manager operativi. Un decreto legge della giunta regionale del febbraio 2021 (quando avvennero le nomine che hanno durata triennale) fissa lo stipendio annuo lordo per ognuno di loro in 154.937 euro e 6 centesimi. Si tratta di somme soggette anche ad incremento annuo fino ad un tetto del 20 per cento. In ogni caso le situazioni sono varie. Giuseppe Dal Ben ha 65 anni compiuti ed è direttore dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Francesco Benazzi ha 65 anni ed è direttore dell’Uls 2 Marca Trevigiana. Edgardo Contato ha 64 anni ed è direttore dell’Ulss 3 Serenissima di Venezia. Maria Giuseppina Bonavina ha 65 anni e dirige l’Ulss 8 Berica di Vicenza.

“Verifiche avviate” – “Abbiamo letto del caso in Basilicata – ha dichiarato il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor – per questo abbiamo avviato delle verifiche sulle singole posizioni dei manager della sanità veneta. Una volta concluso questo passaggio, se necessario, raccoglieremo pareri legali, in grado di fornire la corretta interpretazione delle rispettive norme”. Ogni anno ognuno dei direttori generali presenta dichiarazione di insussistenza di cause di incompatibilità o di inconferibilità dell’incarico. Tutti e quattro quando erano stati nominati dal governatore Luca Zaia non avevano ancora raggiunto l’età pensionabile, anche se in un caso ciò era avvenuto pochi giorni dopo la nomina. A Venezia spiegano che il cumulo non è vietato dalla legge, purché non superi il tetto dei 240 mila euro annui.

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