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Caos TG1, il direttore del TG5 Clemente Mimun e la frecciata a Francesco Giorgino: “Notizie che mi rallegrano”

Il giornalista, come ha chiarito con un secondo tweet, ha voluto commentare la decisione di Maggioni, direttrice del TG1, di rimuovere dalla conduzione delle 20:30 coloro che non hanno accettato di fare rassegna stampa delle 6:30

di Giuseppe Candela

Il caos al Tg1 riaccende vecchie ruggini. “Raramente ci sono notizie che mi rallegrano, da ieri ce n’è una. Viva i tg”, questo il cinguettio apparso sul profilo Twitter di Clemente Mimun, direttore del Tg5. Un riferimento velato alla rimozione dall’edizione delle 20 del telegiornale diretto da Monica Maggioni di tre volti di punta: Francesco Giorgino, Emma D’Aquino e Laura Chimenti. I giornalisti avrebbero rifiutato la conduzione della rassegna stampa del mattino, da qui la retrocessione alle 13.30.

La frecciatina di Mimun non era rivolta alla collega Maggioni ma a Francesco Giorgino, come ha confermato tra le righe in un altro tweet: “Non mi impiccio di tg altrui, sono felice di come va il Tg5 e della nostra organizzazione, tuttavia chi vuol capirne di più non ha che da guardare ai miei ‘precedenti‘.” I rapporti non idilliaci tra l’ex direttore del TG1 e lo storico anchorman pugliese sono noti da tempo.

Lo stesso Mimun ne scriveva nella sua autobiografia pubblicata nel 2012: “Quello con Francesco Giorgino è stato uno degli incontri meno interessanti della mia vita. Banale e opportunista, è per me il prototipo del giovanotto in carriera. (…) Al Tg1 misi alla conduzione del telegiornale della sera Attilio Romita e proprio Giorgino. (…) In viaggio con mia moglie in autostrada venni raggiunto dalla telefonata in cui mi si avvertiva di una strepitosa intervista di Giorgino che prendeva le distanze da me, dal Tg1 che realizzavo, e anche dal centrodestra. (…) Considerai le dichiarazioni lesive dell’immagine del telegiornale, per di più in un’intervista non autorizzata dalla Rai. Morale: addio conduzione. Non volli mai rivedere Giorgino, né parlargli. In compenso mi telefonarono in massa: dai frati di Assisi alla Santa sede, da attori famosi a leader politici”.

Già nel 2010 aveva raccontato il loro rapporto complicato: “Se guardo Francesco Giorgino, mi chiedo se ci sia un suo gesto privo di un calcolo. Dirigevo il Tg2, lui era a Sanremo per un Dopofestival. Mi vide e mi salutò in diretta: ecco Mimun, un grande direttore, speriamo venga presto da noi… Mi vergognai per lui. Poi, quando ero al timone del Tg1, lui che era sempre stato di centrodestra, in un momento politicamente complicato, in un’intervista prese le distanze da Berlusconi e attaccò la mia gestione. Non ebbi dubbi: io lo avevo portato all’edizione delle 20 e io di lì lo tolsi. Fui tormentato da decine di telefonate. Mi dicevano: è pentito, va perdonato. Dal cinema. Dai vertici aziendali. Dalle alte sfere del mondo della comunicazione del Vaticano. Parliamo di una persona che ha scritto un manuale di giornalismo e non ha messo in copertina una foto di McLuhan. Ma di se stesso.”

In giornata Mimun ha colto l’occasione per rimarcare, sempre via social, i risultati positivi ottenuti dal suo telegiornale: “Grandi ascolti del Tg5 in tutte le edizioni. Grazie ai nostri telespettatori, cercheremo di fare sempre più e meglio.”

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