In questi ultimi giorni di campagna elettorale per le elezioni comunali di Palermo, si è assistito a presunti o reali sintomi della presenza della mafia nella politica (se mai ne fosse uscita) e dagli ultimi 4 arresti si potrebbe certificare che ciò corrisponde a verità. Allora tutti a fare analisi, supportate da teorie o regolamenti e leggi antimafia che, a mio modesto parere, hanno il limite di volgere lo sguardo, oltre che la riflessione, solo da una parte e cioè da quella di chi va a caccia di voti in ambiti mafiosi o vicini ad essi, non ponendo la dovuta attenzione alle carenze nell’amministrazione della cosa pubblica, al disagio e alla sfiducia che tali carenze determinano.

La mafia i voti dove li prende? A chi li chiede? A Palermo, la maggior parte delle persone che voteranno lo schieramento “incriminato” (il centrodestra) sono tutte mafiose o a libro paga dei mafiosi? Non è così. Le organizzazioni criminali attingono al substrato e alla subcultura degli indigenti, delle persone più fragili, dei cosiddetti poveri… Come mai i mafiosi o pseudotali vanno a “gettare le loro reti per pescare voti” sempre nei quartieri periferici della città? Perché sono sicuri che qui la pesca sarà “miracolosa”? Chi è il “messia” che indica ai pescatori, così come Gesù fece ai suoi discepoli, da quale lato gettare le reti? Non è forse lo stesso sistema che, eleggendo i suoi paladini antimafia, artatamente mantiene le periferie in condizioni per le quali i loro abitanti “devono” vendere per 30 euro il loro voto?

Così, concittadini, per noi che ci sentiamo diversi da chi abita nelle periferie, per noi che non venderemmo mai il nostro voto per 30 euro, per noi che ci addentriamo da pseudointellettuali nelle analisi dell’“onestà in politica” ( vi invito a leggere una riflessione di Benedetto Croce del 1931 su questo tema), il metro di misura deve essere quello di valutare chi ci ha governato negli anni precedenti, cosa ha detto e realizzato per le persone che abitano nelle periferie…

Chi ha permesso di tenere aperte le scuole a tempo pieno, chi ha costruito asili nido, chi ha favorito l’apertura di luoghi di aggregazione, chi ha costruito piazze e teatri, chi ha reso balneabile la costa palermitana, chi ha veramente onorato la memoria dei martiri di mafia, come il Beato Giuseppe Puglisi, Giovanni Falcone, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Paolo Borsellino, Rosario Livatino… Solo per citarne alcuni, facendo semplicemente il proprio dovere, il dovere di chi amministra la “Cosa Pubblica”, creando strutture, servizi, opportunità che rendano liberi i cittadini dal bisogno e dalla vulnerabilità al ricatto.

Oggi (12.06.2022) si consuma l’ennesima manifestazione di pseudodemocrazia, in cui tutti, senza distinzione alcuna, potranno eleggere chi li dovrà governare per i prossimi 5 anni (se tutto andrà bene e salvo dissesto finanziario), ma in cui la maggior parte dei votanti entreranno nella cabina elettorale con il piede sbagliato e non per “colpa o merito” proprio.

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