Verso la vittoria al primo turno a Genova e Palermo con due candidati di centrodestra. A Parma e Verona centrosinistra avanti, ma la sfida si deciderà al ballottaggio. Così come a Catanzaro, dove invece è in vantaggio il candidato Fi-Lega. Sono queste le prime tendenze fotografate dagli exit poll di Opinio Italia per la Rai alla chiusura delle urne per le elezioni Comunali di domenica 12 giugno.

In attesa che, a partire dalle 14 del 13 giugno, inizino gli scrutini, è già evidente come a fare la differenza nei centri principali sia stata la compattezza o meno della coalizione di centrodestra. In Liguria e Sicilia, dove Fi-Lega-Fdi hanno saputo trovare l’intesa su un unico candidato, le tendenze fotografano un vantaggio ampio. Paradossale invece la situazione a Verona dove, i due candidati di destra (Sboarina e Tosi) si attestano nella stessa forbice di consensi e si contendono la sfida al ballottaggio con il candidato di centrosinistra Damiano Tommasi.

Genova – Gli exit poll danno il sindaco uscente Marco Bucci, sostenuto da tutto il centrodestra, in vantaggio con il 51-55% dei voti. L’avversario di centrosinistra Ariel Dello Strologo si ferma invece tra il 36-40%. Il primo cittadino uscente, che cinque anni fa fu lanciato dalla Lega, come da previsioni va verso la riconferma. Marginali i consensi per gli altri candidati. Mattia Crucioli, ex senatore M5s, e ora tra i leader dell’Alternativa c’è, candidato antisistema, anti Draghi e anti green pass, con la lista Uniti per la Costituzione, che ha saputo aggregare vari movimenti e partiti come Italexit, di Paragone, non va oltre il 4%. Antonella Marras, impiegata, sostenuta da Rifondazione, Pci e Sinistra anticapitalista è tra l’1 e il 3%.

Palermo – Era una delle sfide più attese e potrebbe essere decisa già al primo turno. Gli exit poll danno il candidato del centrodestra Roberto Lagalla avanti con una forchetta del 43-47%: un vantaggio che, grazie alla legge regionale siciliana, gli permette di non andare al secondo turno (è sufficiente superare il 40%). Al secondo posto Franco Miceli, candidato sostenuto da Pd e M5s, con il 27-31% dei consensi. Il centrodestra conquisterebbe dunque la città dopo il regno incontrastato per quarant’anni, anche se in più fasi, di Leoluca Orlando. Terza piazza per Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da quattro liste, tra cui quelle di Azione di Calenda e +Europa: tra il 14 e il 18 per cento. Miceli ha chiesto prudenza: “Gli exit poll non sono sempre affidabili”, ha dichiarato Miceli in collegamento a Porta a porta, “noi abbiamo anche i dati di altri exit poll che danno percentuali diverse. Aspetterei domani per ragionare sui dati reali”. Il contributo del Movimento Cinque Stelle? “E’ stato un contributo importante per la presenza di Conte in campagna elettorale, un bagno di folla nei quartieri popolari. Un contributo che insieme a quello delle altre forze le colazione deve avere un risultato positivo”.

Verona – Complessa la situazione di Verona. Il candidato Damiano Tommasi (centrosinistra) raggiunge una forchetta del 37-41%, seguito da Federico Sboarina (Fdi e Lega) e Flavio Tosi (Fi) entrambi dati al 27-31% . Il centrodestra diviso – nonostante l’abbraccio al fotofinish, proprio qui, tra Salvini e Meloni – aspetta di sapere se sarà il sindaco uscente Sboarina oppure Tosi a contendere a Tommasi la poltrona di Palazzo Barbieri. Un risultato sorprendente per Verona, dove il centrodestra regnava incontrastato dal 2007, dopo l’ultima giunta guidata da Paolo Zanotto (Democrazia e Libertà-Margherita). Poi il Pd e i partiti progressisti non avevano più toccato palla. Due legislature sotto Tosi, e una di Federico Sboarina, che cinque anni fa aveva vinto con l’appoggio di tutto il centrodestra. Poi, però, era stato lui a rompere per primo lo schema, passando con Giorgia Meloni, e mettendo la Lega nella difficile scelta di sparigliare tutto: scegliendo anch’essa un candidato di bandiera, o puntare ancora su Sboarina, lasciando a Forza Italia (con l’appoggio di Matteo Renzi) l’avventura del Tosi ‘ter’. Tommasi, intervenendo su Rainews24, ha commentato: “La partita importante è domani, con il conteggio, il campionato inizia domani”, ha dichiarato. “I primi dati ci dicono che Verona vuole cambiare, che vuole voltare pagina, e noi ci dobbiamo prendere questa responsabilità”.

Parma – Nell’ex Stalingrado M5s, come la chiamò Beppe Grillo dieci anni fa, è in vantaggio il candidato di centrosinistra Michela Guerra che raggiunge una forchetta del 40-44% ed è avanti a Pietro Vignali (centrodestra) che si ferma al 19-23%. Guerra era sostenuto da Pd e lista Pizzarotti, ma non dal Movimento 5 stelle che non si è presentato alle elezioni. La corsa di Vignali, ex sindaco che ha patteggiò per corruzione e lasciò il Comune in rosso, era sostenuta da Lega e Fi, ma non da Fratelli d’Italia. Dietro il candidato scelto da Fid Priamo Bocchi, fermo fra il 10 e il 14 per cento.

Catanzaro – Sempre stando agli exit poll, a Catanzaro è in vantaggio il candidato civico Valerio Donato, docente universitario ex Pd e sostenuto anche da Lega e Forza Italia ma senza simboli di partito, che raggiunge una forchetta del 40-44%. Ma la sfida sarà al ballottaggio con il professore Nicola Fiorita (Pd-M56) che si ferma tra il 31-35%. A Catanzaro, il centrodestra non è riuscito a fare sintesi su un nome unitario presentandosi così spacchettato e sostenendo tre candidati diversi. Nel capoluogo calabrese il centrosinistra, invece, ha dato vita a quel campo largo profetizzato da Enrico Letta e Giuseppe Conte anche a livello nazionale. Più distanti gli altri candidati principali: Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, anche lui di area centrodestra e sostenuto da un altro pezzetto della coalizione, Noi con l’Italia, è dato tra il 13 ed il 17%; mentre l’unica candidata donna della tornata, la parlamentare di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, sostenuta dal suo partito e dal sindaco uscente Sergio Abramo, viene indicata tra il 7 ed il 9%.

L’Aquila – Gli exit poll danno la riconferma del sindaco uscente Pierluigi Biondi, candidato del centrodestra, fra il 49 e il 53%. Dietro Stefania Pezzopane, in corsa per il centrosinistra, fra il 23 e il 27%. Terzo posto per Americo Di Benedetto 21-25%, mentre Simona Volpe si attesta in una forchetta 0-2%

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