La situazione sul campo in Ucraina e la conseguente situazione economica europea e occidentale in genere lasciano sbalorditi. Zelensky chiede armi all’Europa e agli Usa, ma il cancelliere Scholz nicchia sull’argomento, nonostante sue precise promesse, e gli Usa riducono l’ammontare degli armamenti, precisando che i missili a lunga gittata non verranno consegnati.

Intanto i russi avanzano costantemente nel Donbass, mentre Zelensky, dal suo canto, ripete che la Russia deve ritirarsi oltre i confini esistenti al momento dell’aggressione. Intanto l’Europa continua a battere il chiodo delle sanzioni chiudendo le importazioni di petrolio via mare, ma lasciando aperte le forniture via terra, sia del petrolio, sia del gas. Su quest’ultimo punto, è da segnalare tuttavia che Putin ha chiuso il gas alla Bulgaria, alla Finlandia e all’Olanda, promettendo di fare la stessa cosa per la Danimarca.

Su questo punto resta ambigua la posizione della Commissione europea, la quale esclude in deroga dall’applicazione del blocco via mare del petrolio per 18 mesi la Repubblica Ceca e fino alla fine del 2024 la Bulgaria, mentre esclude da queste sanzioni relative al petrolio via terra la Polonia, la Germania, l’Ungheria e la Slovacchia. Come si nota questi Paesi potranno salvare la loro economia, mentre gli altri Paesi come l’Italia ne subiranno le catastrofiche conseguenze. Intanto Draghi inneggia alla necessità di unire l’Europa sul piano militare schierandosi in modo molto deciso a favore dell’ingresso degli ucraini nell’Unione europea.

Come si nota la situazione è molto confusa e tutto sembra orientarsi verso un nuovo ordine economico mondiale con una grossa accelerazione dei rischi sul piano di un conflitto mondiale nucleare; ogni governo agisce nel proprio esclusivo interesse, che coincide con l’interesse dei centri di potere economico, i quali – se guadagnano, come sta avvenendo per l’Eni – mantengono per sé i profitti e certamente non li versano nelle casse dello Stato, come invece sarebbe stato se l’Eni non fosse stata atrocemente privatizzata e trasformata in una S.p.A. autonoma con una legge del 1992, cui hanno fatto seguito un numero impressionante di privatizzazioni in base alle quali i proventi economici restano nell’ambito di singoli soggetti e non passano all’intera collettività, cioè al popolo, il quale paga tutto con le proprie sofferenze e la propria miseria. E appare evidente che anche Zelensky, con le sue intoccabili proposte, poco si interessa, alla pari dell’aggressore criminale Putin, dei dolori, delle ferite, delle uccisioni di giovanissimi soldati, di donne e di bambini oggetto di massacri, nonché delle distruzioni che hanno raso al suolo intere città, pur di raggiungere il suo obiettivo politico, che peraltro allo stato degli atti risulta irraggiungibile.

L’offuscamento delle menti di tutti da parte del pensiero egoistico, unico dominante, del neoliberismo, che vuole la ricchezza in mano a pochi e i dolori, le sofferenze e la miseria, a carico di tutti gli altri cittadini, appare la causa fondamentale di questo impasse, che pretende addirittura di risolvere la questione bellica mediante l’invio, peraltro ora scarseggiante, di armi che servono per il massacro delle persone innocenti e soprattutto attraverso le sanzioni economiche che appaiono assolutamente inutili, se si tiene conto che il mercato non esprime più la ricchezza dei popoli, ma la ricchezza di singoli, che sopravanzano del 20% il Pil di tutti gli Stati del mondo.

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