Accelera al rialzo il prezzo del gas europeo dopo che la Commissione Ue ha chiarito che l’apertura di un conto in rubli per il pagamento del metano russo violerebbe le sanzioni contro Mosca, facendo scattare una procedura d’infrazione contro gli Stati membri. I future ad Amsterdam, mercato di riferimento per gli scambi europei sono saliti di quasi il 5% poi si è capito che in concreto non cambia nulla e i rialzi si sono azzerati. Il gruppo Eni, controllato al 30% dal Tesoro italiano, ha annunciato poco fa che “La procedura per l’apertura dei conti presso Gazprom Bank è stata avviata senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere”. La società spiega che “l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell’obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. Tale espressa riserva accompagnerà anche l’esecuzione dei relativi pagamenti”.

E’ “a carico di Gazprom Export ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti”, scrive Eni nel comunicato. L’esecuzione dei pagamenti con queste modalità “non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni”. Eni “ha già chiarito che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento con l’apertura dei conti K.

eri la tedesca Uniper e l’austriaca Omv hanno annunciato che “gli acquisti dalla Russia continueranno”. Ventiquattro ore fa Bruxelles aveva affermato che le sanzioni “non impediscono agli operatori economici di aprire un conto bancario presso una banca designata per i pagamenti dovuti in base a contratti di fornitura di gas naturale, nella valuta specificata in tali contratti. Gli operatori dovrebbero dichiarare chiaramente che intendono adempiere ai propri obblighi derivanti dai contratti esistenti e considerare i propri obblighi contrattuali in merito al pagamento già adempiuto pagando in euro o dollari, in linea con i contratti esistenti”. La scorsa settimana il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che “Non c’è una dichiarazione ufficiale su cosa significhi violare le sanzioni. Nessuno ha mai detto nulla sul fatto che i pagamenti in rubli le violino”

“L’apertura di un conto in rubli va oltre le indicazioni che abbiamo dato agli Stati membri”, ha precisato Eric Mamer un portavoce della Commissione Ue. Per quanto riguarda il rispetto della direttiva, “è il Paese membro che deve far rispettare le sanzioni, dunque è il Paese che deve vigilare che le società rispettino le sanzioni: le sanzioni hanno un obbligo legale e in caso contrario la Commissione può aprire la procedura d’infrazione”, ha aggiunto. “Qualsiasi cosa che vada oltre l’apertura di un conto nella valuta di pagamento prevista dai contratti” è in contrasto con le sanzioni Ue.

Mosca ha chiesto ai suoi clienti europei di aprire un doppio conto presso Gazprombank, banca russa per ora non soggetta a blocchi e/o sanzioni. Sul primo conto si versano dollari o euro per comprare il gas. A questo punto Gazprombank li cambia in rubli presso la banca centrale russa per depositarli poi sul secondo conto. Solo a questo punto il pagamento viene ritenuto andato a buon fine. Il senso di questo schema è quello di far si che la valuta estera entri direttamente nelle tasche russe e che non venga depositata su conti che potrebbero venire congelati dalle sanzioni. La società finlandese per la distribuzione del gas, Gasum, ha affermato oggi che non pagherà la Russia in rubli e non utilizzerà il sistema di pagamento proposto da Gazprom. Lo riporta la Tass. In una nota Gasum afferma che il contratto con Gazprom è ormai messo in discussione e che intende portare la questione davanti ad un arbitrato. A differenza di Italia e Germania la Finlandia fa però un uso molto modesto di gas che copre meno del 5% del mix energetico del paese.

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