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Trent’anni da Capaci, Maria Falcone: “Lagalla prenda le distanze da Dell’Utri e Cuffaro, non sono limpidi”. E lui non va alla manifestazione

Il connubio tra il candidato sindaco e i due condannati per fatti di mafia suscita indignazione: "A trent'anni dalle stragi la Sicilia è in mano a condannati per mafia, c'è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene". La sorella del giudice ucciso: "Hanno scontato la pena, ma non sono adamantini nè limpidi"
Trent’anni da Capaci, Maria Falcone: “Lagalla prenda le distanze da Dell’Utri e Cuffaro, non sono limpidi”. E lui non va alla manifestazione
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Mai come quest’anno l’anniversario della strage di Capaci – l’attentato del 1992 in cui Cosa Nostra fece saltare in aria Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro – è segnato da una forte tensione, non solo emotiva. Sul trentennale imperversano i toni infuocati della campagna elettorale di Palermo, dove si voterà il 12 giugno e due condannati definitivi per reati di mafia, Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, sono tornati alla ribalta politica dopo avere scontato le pene detentive: l’ex governatore siciliano e il braccio destro di Silvio Berlusconi sono tra i big sponsor di Roberto Lagalla, l’ex rettore candidato sindaco per il centrodestra, che di Cuffaro fu assessore alla sanità. Un connubio che suscita indignazione nel mondo dell’antimafia, a partire dall’ex giudice Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Falcone: “A trent’anni dalle stragi la Sicilia è in mano a condannati per mafia, c’è chi strizza l’occhio a personaggi condannati. C’è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene. Nessuno nega il diritto a Cuffaro di continuare a vivere e a fare tutto ciò che vuole, per carità, ha scontato la pena e nessuno dice che deve tornare in galera. Il problema non è lui, sono gli altri che lo corteggiano e lo inseguono“.

Concetti ribaditi da Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso: “È inaccettabile che in una città che per anni è stata teatro della guerra che la mafia ha dichiarato allo Stato, e che ha contato centinaia di morti, sia ancora necessario ribadire che chi si candida a ricoprire una carica importante come quella di sindaco e qualsiasi altra carica elettiva debba esplicitamente prendere le distanze da personaggi condannati per collusioni mafiose“. Una posizione ribadita ancora domenica, alla vigilia dell’anniversario, durante un evento organizzato al Foro Italico di Palermo dal quotidiano la Repubblica. “Non si può permettere a un candidato politico di qualsiasi corrente di avere come sponsor un personaggio il cui passato non sia adamatino. Non ho niente da dire contro Cuffaro o Dell’Utri. Hanno scontato la pena. Ma non sono adamantini e limpidi“, ha sbottato. Travolto dalle polemiche, il candidato sindaco ha annunciato che non parteciperà alla commemorazione organizzata dalla Fondazione Falcone (di cui Maria è presidente) al Foro Italico: “Nelle scorse ore ho avuto un colloquio telefonico con la professoressa Maria Falcone per annunciarle con rammarico l’impossibilità di partecipare alla manifestazione di commemorazione dei trent’anni della strage di Capaci. Sono stato costretto a prendere questa decisione per evitare che qualche facinoroso, sensibile al fascino di certe feroci parole, potesse macchiare uno dei momenti simbolici più importanti della nostra città”, ha fatto sapere. “È mio dovere salvaguardare l’immagine di Palermo di fronte alle più alte cariche dello Stato e all’intero Paese. Sono profondamente addolorato per il clima d’odio che qualcuno sta alimentando strumentalmente”, specifica.

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