Raccontare e scrivere della mia visita all’ecovillaggio Meraki è una sfida ardua. Già solo scrivere di un’esperienza complessa come quella di un ecovillaggio può essere riduttivo; se a questo ci aggiungiamo le emozioni, la bellezza della natura e delle persone che ho visto, percepito e sentito a Meraki, beh, allora lo scrivere può solo diventare un mezzo per ispirare le persone ad esperire questa realtà.

Siamo in provincia di Bologna sull’appennino emiliano, a circa 800m di altitudine. Siamo immersi nel verde del bosco e in una proprietà di 35 ettari di terreni. Lungo la Via degli Dei, il sentiero che collega Bologna a Firenze passando per gli Appennini, c’è un casolare nel quale è nato Meraki, un progetto di ecovillaggio e di centro formativo-educativo.

Tutto è partito dalla mente, dai viaggi e dall’immaginazione di Carlo Taglia, conosciuto anche come Vagamondo. Cresciuto a Torino, all’età di 20 anni ha deciso di lasciare tutto: la sua città, il lavoro, gli affetti, per partire alla volta di un viaggio come risposta al disagio giovanile, alla solitudine, alle dipendenze e alle relazioni tossiche. Il viaggio diventa la sua terapia: oltre 95450 km e oltre 24 nazioni, senza aerei. La storia di Carlo, grazie anche alla sua attività di scrittore, diventa un inno di speranza, di rinascita e di liberazione.

Durante il primo lockdown, insieme ai due amici Luca e Antonio, inizia ad immaginare, sognare e progettare un luogo in cui la permacultura, la creazione di relazioni sane e la crescita personale sono le bussole. Quando poi a giugno ci sono state le prime aperture ha preso il suo furgone e ha iniziato un viaggio di studio e ricerca. Ha girato 15 progetti di comunità. Poi il caso, la fortuna, il destino, l’universo, il passaparola lo portano a scoprire questo casolare nel comune di Monzuno e fin dal primo momento si immagina bambini che corrono, il sole, le piante, i fiori, il vento, le persone che ballano, fanno arte…

E dopo neanche un mese, il primo nucleo si trasferisce in questo casale. Era gennaio 2021.

Al momento vivono a Meraki 11 persone: Carlo, Joanna, Alessia, Davide, Fabio, Claudia, Esther, Luigi, Sara, Matteo e Chiara. Utilizzano la sociocrazia come innovativo strumento decisionale. No, non c’è un capo, degli orari di lavoro, un cartellino da timbrare. Si basa sulla responsabilità individuale e sulla partecipazione attiva. Si svolgono diverse attività formative, in particolare ritiri esperienziali con laboratori di yoga, musica, danza, crescita personale e di gruppo, conferenze, attività in natura, artigianato e costruzioni. Si offre ospitalità, attraverso l’economia del dono, alle centinaia, se non migliaia, di pellegrini che passano lungo la Via degli Dei.

Meraki è musica, è comunicazione non violenta, è permacultura, è cibo sano e genuino, è solidarietà, è vita, è economia del dono e dello scambio, è innovazione, è viaggiare stando fermi… Meraki è il futuro migliore che diventa il presente. Ti lascio qui il video che ho fatto con loro, spero ti faccia immergere ed ispirare.

Articolo Precedente

In Abruzzo la ‘Festa dei Serpari’ richiama ogni anno 20mila turisti: “Riconcilia il mondo umano con quello naturale”

next
Articolo Successivo

Ogni artista sogna la gloria, anche Gabriele. Ma una ribalta effimera non gli darà nulla

next