La scena è simile a quanto si vedeva ogni tanto durante le fasi più dure dell’epidemia. Matteo Salvini si schierava – a parole – contro ogni tipo di restrizione annunciata dal governo. Poi incontrava Mario Draghi e uscendo da Palazzo Chigi sosteneva di aver portato il premier sulle sue posizioni. Quindi il governo tirava dritto per la sua strada. Anche questa volta sembra stia andando così sulla delega fiscale. A sette mesi dal varo in Consiglio dei ministri e nonostante il faccia a faccia di metà aprile tra il premier e gli esponenti del centrodestra, la riforma del governo è ancora nel limbo. Fino a oggi i tentativi di mediazione su catasto e aliquote sui redditi da capitale non erano bastati per trovare un accordo in maggioranza e l’approdo in Aula, slittato via via dal 19 aprile al 9 maggio, è stato nuovamente rinviato su richiesta dell’esecutivo.

Adesso, però, un accordo sembra essere stato raggiunto. Salvini, infatti, è andato a incontrare Draghi e alla fine ha risposto pure a una domanda sulla delega fiscale: la Lega la voterà? “Se è come l’abbiamo proposto assolutamente sì, se non si tasserà il patrimonio degli italiani”, dice il capo del Carroccio. “Perché va bene fare emergere il milione di case fantasma che non pagano le tasse e dovranno pagarle. Ma – ha sostenuto- se avessimo dovuto votare il testo originario che parlava del valore patrimoniale e quindi avrebbe aumentato il valore delle case e quindi le tasse sulle case in tutta Italia, no. Se ci viene garantito che rimane la flat tax, le tassazioni scontate sugli affitti, i Titoli di Stato, e non c’è un aumento della tassazione sulla casa che per noi è sacra, noi lo votiamo sicuramente”.

Identico il senso della nota diffusa dal centrodestra che sta la governo per annunciare di aver “raggiunto un’intesa con Palazzo Chigi per rivedere gli articoli 2 e 6 della delega fiscale”. “Nell’accordo viene eliminato ogni riferimento al sistema duale, preservando i regimi cedolari esistenti e garantendo un’armonizzazione del sistema fiscale: nessun incremento di tassazione potrà quindi colpire i risparmi o la casa degli italiani” sostengono Lega e Forza Italia. “Quanto al catasto viene eliminato ogni riferimento ai valori patrimoniali degli immobili, consentendo l’aggiornamento delle rendite secondo la normativa attualmente in vigore e senza alcuna innovazione di carattere patrimoniale – prosegue la nota -. Il catasto italiano verrà quindi progressivamente aggiornato, ma senza cambiamenti rispetto ai criteri attuali. Esclusa anche in questo caso la possibilità di nuove tasse sulla casa. L’intesa raggiunta – si sottolinea – consente di respingere una volta per tutte l’aumento di tasse e conferma la responsabilità del centrodestra di governo che ha lavorato in queste settimane ad una intesa. Il centrodestra che sostiene l’esecutivo ha dimostrato che il miglior modo per tutelare gli italiani è governare con responsabilità, ma senza mai derogare ai propri valori”.

Ma la revisione del catasto serve per individuare gli immobili fantasma e adeguare i valori risalenti al 1989 all’evoluzione del mercato attribuendo a ogni immobile una rendita “sulla base, ove possibile, del normale valore di mercato”. Il tutto a decorrere solo dal 2026 e con la clausola che le nuove informazioni non saranno usate “per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”. Quindi stando al testo nessuno pagherà di più, e non certo grazie all’accordo siglato dal centrodestra con Draghi. E infatti Enrico Letta lo sottolinea: “Non ci sarà un aumento delle tasse. Oggi Salvini lo ha scoperto e dice e racconta che lo ha ottenuto lui” , dice il segretario del Pd. “Vorrei ripetere con grande forza che secondo noi questo non è il metodo di stare al governo. In maggioranza si sta essendo dentro le discussioni, attenti ai temi e soprattutto all’unità di quello che si fa”.

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