Cultura

L’importanza di chiamarsi Hans: il più celebre compositore del secondo ‘900 omaggiato da Nina di Majo con un docu d’arte al Museo Madre

Hans Werner Henze, marxista e membro del  partito comunista italiano, fece 19 ore di volo per arrivare a Cuba e mettersi al fianco dei rivoluzionari convinto che la lotta armata fosse l’unica via verso la Libertà

di Januaria Piromallo

Come tutti i tedeschi amava molto l’Italia, subisce il fascino del Sud da Grand Tour e si trasferisce a Napoli, prima tappa, poi a Ischia. “L’Italia non mi ha mai deluso, vorrei essere italiano -ha sempre ripetuto -. La luce che ho trovato qui non la trovi da nessuna parte”, così parlò Hans Werner Henze.
Così a dieci anni dalla sua scomparsa il documentario “Hans Werner Henze, L’Amicizia, La Musica, Il Gioco” presentato al Madre di Napoli porta la firma della talentuosa Nina di Majo, regista, sceneggiatrice, attrice e scrittrice. Hans era il maestro di composizione del padre, Giulio di Majo, psicanalista di formazione, al quale era legato da una sincera amicizia, di cui sono rimaste tracce profonde nel carteggio epistolare tra Hans e la poetessa Ingeborg Bachmann.

Tra ricordi di famiglia, riutilizzo di materiali di repertorio, performance e reading, ma sopratutto la magia di quella luce da tableaux vivants che lo ha nutrito come il pane, il docu d’arte ricostruisce emotivamente il percorso di un compositore che ha avuto una vita ecletticamente controcorrente. Esemplare, secondo il punto di vista della regista che appartiene alla novella vague dei cineasti napoletani, molto apprezzata dalla critica fin dal suo esordio alla Biennale di Venezia. La colonna sonora di Autunno, sua opera prima, fu scritta dal padre e aveva molte influenze della musica di Henze. Hans prima iscritto alla gioventù hitleriana e poi scappato dal nazismo ( “Erano molto peggio di quello che si racconta”) legatissimo alla famiglia Di Majo che lo ha ospitato anche in Irpinia. Marxista e membro del partito comunista italiano e master di composizioni al Mozarteum di Salisburgo, il santuario della musica, Henze ha prodotto composizioni in onore di Ho Chi Minh e di Che Guevara. E non esitò a farsi 19 ore di volo per arrivare a Cuba e mettersi al fianco dei rivoluzionari convinto che la lotta armata fosse l’unica via verso la Libertà.

E rivoluzionario fu il suo stile compositivo che abbraccia il neo-classicismo, il jazz, la tecnica dodecafonica, lo strutturalismo e alcuni aspetti della musica popolare e del rock hanno fatto di Hans il più grande compositore della seconda metà del 900. Inventore della dottrina, la “scienza musicale”, e laura ad honorem della Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera. Molto apprezzato da Moravia e Pasolini, ha scritto un dramma in balletto per Luchino Visconti. Gli anni della maturità artistica li passerà invece a Montepulciano dove fonda nel 1976 il Cantiere Internazionale d’Arte, ancora oggi un punto di riferimento per direttori d’orchestra provenienti da tutto il mondo e lalaboratorio di giovani musicisti. Proprio qui fu rappresentata per la prima volta la sua famosa opera per bambini “Pollicino”.
Intanto Nina che ha iniziato come aiuto regista d’opera con il drammaturgo Sandro Sequi ( “Non c’è domani” tra le sue ultime regie) e tra i suoi film più premiati “Matrimoni e altri Disastri”, si sta preparando a un Grande Debutto. Ma non spoileriamo la sorpresa.

L’importanza di chiamarsi Hans: il più celebre compositore del secondo ‘900 omaggiato da Nina di Majo con un docu d’arte al Museo Madre
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.