Le chat Viber e Telegram di Kherson, città dell’Ucraina meridionale, non erano state così rumorose dall’inizio dell’invasione russa. Intorno alle 23 di mercoledì 27 aprile, ora locale, la città, che dal 2 marzo vive sotto occupazione russa, è stata bombardata. Non sembrano esserci stati feriti nell’attacco, ma sono stati danneggiati diversi edifici del centro cittadino, tra cui l’ospedale e il palazzo comunale. Un missile ha sventrato almeno un’abitazione dei civili, il video del soffitto distrutto ha iniziato a circolare nelle chat nella notte. A riportare la notizia, per prima, è stata “Ria Novosty” che ha affermato che il bombardamento è avvenuto con “missili Tochka-U provenienti dalla regione di Mykolaiv, sotto il controllo delle truppe ucraine”, accusando Kiev dell’attacco, che sarebbe stato respinto da Mosca.

Versione confermata da Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, che ha parlato della distruzione da parte dei russi, nella notte, di “due missili Tochka-U, di un numero imprecisato di missili di altro tipo e di una decina di proiettili di lanciarazzi lanciati dall’Ucraina contro le postazioni delle forze di occupazione” a Kherson.

La notizia del bombardamento è stata riportata da diversi media russi, tra cui Russkaja Gazeta e Izvestija. Quest’ultima, in particolare, ha pubblicato, poco dopo il bombardamento, il video del corrispondente Ivan Litomin. “Siamo nel centro di Kherson. Pochi minuti fa è stato lanciato qui un missile Tochka-U. La difesa antiaerea russa è riuscita a intercettarlo e a respingere l’attacco. Guardate i frammenti del missile”, dice Litomin nel servizio.

Ma è stato proprio questo video a essere preso immediatamente di mira da alcuni media di Kherson. Il sito Kherson online titola “Sembra una provocazione: dopo il bombardamento a Kherson la propaganda sta già filmando i missili Tochka-U”, riferendosi proprio al giornalista russo a cui viene contestato il fatto di essersi trovato immediatamente sul posto dell’attacco, come se avesse saputo in precedenza la posizione. “I propagandisti sapevano a pochi minuti dall’attacco tutto sui missili, la denominazione e la posizione precisa. Forse li stavano aspettando?”, scrive Kherson online. Anche una pagina Telegram locale di Kherson, che conta 226mila iscritti, considera “strana” la prontezza del giornalista russo e la ricchezza di dettagli del suo racconto a pochi minuti dal bombardamento. “A noi arrivano continue segnalazioni di quanto accade in città. Quando abbiamo iniziato a sentire le esplosioni, non riuscivamo a capire cosa stesse succedendo, ma in Russia a quanto pare sapevano tutto benissimo, posizione e tipo di attacco, ci sembra strano”, scrivono su Telegram. E azzardano alcune conclusioni: “Ci sono elementi concreti per considerare questo attacco confezionato ad hoc per la propaganda russa. Secondo loro così riescono a metterci contro le forze ucraine che ci avrebbero bombardato, mentre loro passano per salvatori, perché ci hanno difeso, respingendo l’attacco”.

Altra opinione diffusa in rete è che l’esercito russo abbia architettato l’attacco per reprimere la resistenza di Kherson. Il bombardamento, infatti, arriva a poche ore dalla manifestazione contro l’occupazione, in cui sono stati lanciati lacrimogeni per disperdere la folla. Secondo la pagina Instagram, Top Kherson, che racconta le notizie locali, il video pubblicato da Izvestija è falso. “I frammenti di Tochka-U che vengono mostrati sono di colore verde, in dotazione di Mosca. I Tochka-U di Kiev sono grigi”, sostengono. In rete viene messo in dubbio anche l’orario di realizzazione del filmato: secondo alcuni, che avrebbero analizzato il contenuto video, questo sarebbe stato girato prima del bombardamento. Intanto però né conferme né smentite sono arrivate dalla classe dirigente ucraina. Il sindaco di Kherson, che di recente è stato sostituito da un altro politico indicato da Mosca, ha confermato l’attacco avvenuto in città, mostrando la distruzione dei palazzi del centro cittadino.

Giovedì 28 aprile è scoppiato, invece, un fortissimo incendio nella periferia della città. Il fumo e le fiamme sono visibili dalla città occupata. Non è ancora chiara l’origine dell’incendio, ma da più parti assicurano di “non aver sentito esplosioni”. Al momento non sembrano esserci legami tra l’incendio e il bombardamento delle scorse ore, ma la prossimità temporale dei due avvenimenti aggiunge preoccupazione tra gli abitanti di Kherson, già provati da quanto sta accadendo, tra voci di referendum di indipendenza dall’Ucraina e annunci di introduzione del rublo russo dal primo maggio.

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