Anche l’Oms si è espressa sui casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini e su cui c’è una prima ipotesi di causa. In Italia undici i casi sospetti registrati in otto regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto), di epatiti acute di natura non conosciuta. Solo due di questi sono stati confermati ed ad uno, giudicato “possibile”, è stato eseguito un trapianto all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Sempre nell’ospedale lombardo è ricoverato un altro piccolo paziente. Migliora il bimbo di 3 anni di Prato ricoverato all’ospedale Bambino Gesù, arrivato in gravi condizioni rischiando un trapianto di fegato che è stato poi scongiurato.

Una positività per Adenovirus o per SARS-CoV-2 (i due virus principali sospettati di essere la causa) è stata per ora riportata solo in due casi sospetti ma il suo ruolo, ipotizzato dai ricercatori inglesi, “non è però confermato” come origine della forma di epatite. A fare il quadro sulla situazione nazionale è una circolare del ministero della Salute che sollecita la segnalazione di “ogni eventuale caso di epatite acuta” che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’Oms. Ma il ministero chiede a Regioni e medici, di segnalare anche i pazienti le cui condizioni non sembrano rientrare totalmente nella casistica e di prevedere in ogni caso “la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario”.

In Usa l’allerta si è ora estesa a livello federale. I Centri per il controllo delle malattie (Cdc), hanno lanciato l’allarme per le epatiti pediatriche. Gli esperti americani per il momento sembrano credere che sia l’adenovirus a scatenare la forma acuta e pericolosa di epatite. Fra i nove casi statunitensi, tutti fra bambini sotto i 10 anni, non si è registrato nessun decesso ma alcuni hanno sviluppato gravi problemi al fegato e in due casi è stato necessario il trapianto. Tutti, in questo caso, sono risultati positivi ad infezioni da adenovirus.

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