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Cadavere ritrovato in un borsone sull’argine del Po: indagini per cercare elementi da collegare con i delitti irrisolti

Il ritrovamento ad Occhiobello, in provincia di Rovigo. Verifiche in corso per risalire all'identità. In Veneto due casi di omicidio sono finiti con condanne dei presunti assassini, ma in entrambi i casi il corpo non è mai stato trovato
Cadavere ritrovato in un borsone sull’argine del Po: indagini per cercare elementi da collegare con i delitti irrisolti
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Un cadavere in stato di composizione è stato trovato dentro un borsone sulla sponda sinistra del Po, ad Occhiobello, in provincia di Rovigo. La grande borsa nera è stata notata da un passante che ha chiamato i carabinieri. La Procura veneta indaga per omicidio. Al momento non è stato possibile dare un’identità alla vittima, né stabilire con certezza se il corpo (in avanzato stato di decomposizione) sia quello di una donna, come d’altra parte emerso in base ai primi accertamenti. Da chiarire, inoltre, se abbia subito mutilazioni: secondo il Corriere del Veneto, per esempio, manca la testa.

I carabinieri hanno allertato tutti i comandi e le stazioni a monte rispetto al luogo del ritrovamento. L’ipotesi più probabile, secondo gli investigatori, è che l’omicidio sia avvenuto lontano da Occhiobello e che la corrente del fiume abbia trascinato a valle il borsone lanciato in acqua. Da qui parte l’indagine dei carabinieri che cercheranno di capire se ci sono elementi da collegare con i delitti irrisolti degli ultimi tempi. Il cadavere, fino a stamane non ancora estratto dalla borsa, si trova attualmente nell’ospedale di Rovigo, per gli esami degli anatomopatologi.

In Veneto sono due i casi di omicidio in cui non è stato ritrovato il corpo della vittima. Uno è quello di Isabella Noventa, impiegata di 55 anni di Albignasego (Padova), uccisa nella notte tra il 15 e 16 gennaio 2016: per il delitto sono stati condannati l’ex fidanzato, la sorella di quest’ultimo e un’amica. Nel secondo caso la vittima è Samira El Attar, scomparsa a 43 anni da Stanghella, nel Padovano, il 21 ottobre 2019, dopo aver accompagnato la figlia a scuola. Per questo femminicidio è stato condannato all’ergastolo il marito Mohamed Barbri, finito a processo per omicidio e occultamento di cadavere.

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