L’Azerbaigian fornirà all’Italia 9,5 miliardi di metri cubi di gas naturale nel 2022 con contratti a lungo termine e spot. Lo ha detto il ministro dell’Energia azero Parviz Shakhbazov a Baku, dove è in visita il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio con l’obiettivo di diversificare le importazioni italiane nell’ambito del piano per ridurre la dipendenza dalla Russia. L’anno scorso l’import attraverso il gasdotto Tap è ammontato a circa 7 miliardi di metri cubi, poco meno del 10% del consumo annuale italiano.

L’aumento dell’import via Tap è ovviamente solo un piccolo tassello nella strategia di affrancamento da Mosca, che appare in salita. Su 76 miliardi di metri cubi consumati nel 2021 la Penisola ne ha importati oltre 72, il 40% dei quali dalla Russia e il 31% dall’Algeria. Snam, su incarico del governo, sta ora trattando per l’acquisto di una nave rigassificatrice e il noleggio di un’altra, in modo da aumentare la capacità di acquisto e trattamento di gas liquefatto. Che però in questo momento sul mercato è molto richiesto e costa ben più del gas russo.

Di Maio oggi ha ribadito che occorre fissare un tetto europeo ai prezzi. Durante il Consiglio europeo della scorsa settimana i leader Ue su questo si sono spaccati: Spagna e Portogallo hanno ottenuto di poterlo fare a casa loro ma Germania e Paesi del Nord si sono opposti alla fissazione di un limite valido per tutti. Alla fine del vertice si è deciso che la Commissione entro fine mese dovrà presentare una proposta. “L’argomento è complicato dal punto di vista tecnico , perché ci sono non solo diverse opinioni politiche, ma diverse variabili sull’impatto che può avere un tetto al gas all’ingrosso”, ha ammesso il commissario Ue Paolo Gentiloni. “Però penso che questa sia una questione che la Commissione sta affrontando molto seriamente”.

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