Oggi Zelensky, dopo aver parlato a vari parlamenti, é stato ascoltato anche da quello italiano e al suo discorso è seguito quello del premier Draghi.

Mentre da tre settimane assistiamo a reti unificate agli orrori della guerra scatenata da Putin, con i suoi morti, le sue stragi, le sue sofferenze indicibili, sono rimasto allibito per il carattere rituale di quanto è avvenuto oggi in parlamento. La risultante della giornata per come l’ha riassunta Draghi è infatti che l’Italia continuerà ad inviare armi all’Ucraina – letali ma non troppo – e che sostiene l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Tradotto in italiano questo significa due cose.

In primo luogo che il governo italiano non eserciterà nessun ruolo al fine di trovare una tregua o un armistizio che possa porre fine nel più breve tempo possibile alla guerra scatenata da Putin. Per quanto riguarda il governo italiano la guerra può andare avanti altri giorni, settimane o mesi, con il suo corollario di morti e sofferenze. Il governo italiano pensa che non sia necessario cercare un accordo, un compromesso, ma che oggi sia il tempo di fornire armi per proseguire la guerra.

In secondo luogo questo significa che l’Italia e la Nato non utilizzeranno tutte le armi che hanno a disposizione nella guerra contro la Russia perché sanno che questo significherebbe la terza guerra mondiale. In pratica questo significa che una volta che Putin ha cominciato la guerra i paesi occidentali non sono preoccupati di finirla rapidamente. I paesi occidentali vogliono trasformare l’Ucraina in un pantano, in modo che Putin rimedi una figuraccia come quella fatta dagli Usa in Afghanistan. Se uno guarda razionalmente a cosa ha deciso Draghi, a cosa decide l’Unione Europea, la Nato e gli Usa, questa è la scelta: proseguire la guerra, con il suo corollario di morti, distruzioni e sofferenze per impantanare Putin. Così acquista una logica da un lato comprare il gas dal governo russo e dall’altra fornire armi al governo ucraino. Una guerra non nucleare per procura, tra Russia e Nato, di cui il popolo ucraino paga le conseguenze.

Mi pare una soluzione miope e criminale. In primo luogo perché la guerra più va avanti e più sofferenze crea. Chi la vuole proseguire diventa corresponsabile di Putin nel macello. Non a caso la nostra Costituzione ripudia la guerra: non si limita a dire che non la proclama, l’Italia la ripudia. In secondo luogo perché più la guerra va avanti e più è possibile che avvenga qualche incidente e si scateni la terza guerra mondiale nucleare. In terzo luogo perché la situazione afghana in Ucraina non si può ripetere: vista la concreta composizione della popolazione ucraina e le divisioni presenti, il risultato più facile non è l’Afghanistan ma la divisione in due dell’Ucraina. In quarto luogo è evidente che la prosecuzione della guerra è destinata ad aumentare gli odi tra i popoli e ad innalzare barriere mai viste tra l’Europa e la Russia. Qualsiasi idea politica si abbia in testa non si può non vedere che si tratta di un vero danno per i popoli europei quanto per quello russo.

Infine questa guerra sta spaccando il mondo in due. Non la Russia da una parte e tutti gli altri dall’altra. Sta spaccando il mondo in due e aumenta esponenzialmente i rischi che questa spaccatura porti alla guerra mondiale.

Se le cose che ho scritto sin qui hanno qualche attitudine con la realtà, mi spiegate la logica con lui l’Occidente ha reagito e sta reagendo alla guerra cominciata da Putin? Con che obiettivo? Con quale scopo? Che senso ha la scelta del governo italiano?

Fino ad ora io ho sentito solo propaganda, cattiva propaganda di guerra, da Zelensky a Draghi a Biden. Propaganda che copre il vero ragionamento dei governanti Nato, che non è dicibile per il suo cinismo ed è nella sostanza questo: Putin ha cominciato la guerra, adesso la facciamo durare abbastanza da fargli male. Le sofferenze le paga in primo luogo il popolo ucraino, ma non ci interessa, così come non ci interessa cosa dovranno pagare gli altri popoli. Il punto è lo scontro della leadership occidentale con la leadership russa e questo giustifica ogni sofferenza. Per quanto riguarda le infrastrutture e le città non vi preoccupate, dopo la fine della guerra le costruiremo più grandi e più belle di prima perché la ricostruzione è un grande affare che non si nega a nessuno.

In Africa un proverbio dice che quando gli elefanti litigano è l’erba a pagarne le conseguenze. Penso che questo proverbio tradizionale spieghi meglio di mille talk show la guerra in corso e le ragioni per cui bisogna farla finire, il prima possibile. In questo scontro tra regimi imperiali l’errore più grande che si può fare è quello di schierarsi per l’uno o per l’altro, di fare il tifo. Dal punto di vista dei popoli questa guerra non avrà vincitori e vinti ma solo sconfitti, a partire dal popolo ucraino. Dal punto di vista dei popoli questa guerra non si può vincere ma solo interrompere, arrestare, fermare. Per questo il Papa ha ragione e Putin, Biden Draghi e Zalesky torto.

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