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Laura Chiatti investì con il suo Suv una donna nel parcheggio dell’ospedale: chiesto risarcimento di 200mila euro all’attrice

I fatti risalgono al 2018 quando l'attrice si trovava nel parcheggio esterno dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove era ricoverato il marito e collega Marco Bocci. Il procedimento penale si era concluso positivamente per l'attrice con la richiesta di archiviazione, ma la donna ha presentato una maxi richiesta di risarcimento

di Andrea Conti

A Laura Chiatti è arrivata la richiesta di un maxi ricevimento di 200mila euro da una donna 50enne ecuadoriana. La vittima nel 2018 si trovava nell’area di sosta e parcheggio esterno dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. L’attrice, che era andata a trovare il marito Marco Bocci ricoverato per malore, a bordo del suo Suv avrebbe investito la donna durante una operazione di manovra. Il procedimento penale si è concluso, qualche giorno fa, positivamente per Laura Chiatti con la richiesta di archiviazione, ma la donna ha presentato la maxi richiesta di risarcimento. La richiesta è stata avanzata presentando le carte di visite e accertamenti sostenuti dopo l’incidente e, al contempo, avrebbe una invalidità importante che le impedisce di lavorare.

L’avvocato di Laura Chiatti, Gian Gabriele Binaglia, ha affermato a Umbria24.it che “l’incidente occorso alla signora ecuadoriana nel maggio 2018, ormai quasi quattro anni fa, non è assolutamente ascrivibile alla responsabilità di Laura Chiatti, bensì a un comportamento sprovveduto del pedone che, rincorrendo l’autobus nell’area dei parcheggi dell’ospedale, è sbucata all’improvviso dalle auto in sosta, e attraversando la strada in maniera repentina, andava a urtare lei stessa la Mercedes nella parte laterale destra rompendo addirittura lo specchietto dell’auto”.

Di diverso parere la controparte: il Suv della Chiatti sarebbe “uscito dal piazzale dell’ospedale Silvestrini a velocità sostenuta senza prestare attenzione alla strada e senza neppure rispettare il limite di velocità corrispondente a quello dell’andamento a passo d’uomo”. È stata proprio la Chiatti quel giorno ad aver chiamato i carabinieri per accertare i fatti e, secondo le ricostruzioni non ci sarebbe stata “nessuna colpa, con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, – come riporta Umbria24.it -, da attribuire all’automobilista poiché il pedone, alta un metro e 53, impegnava la carreggiata non utilizzando il viale pedonale ma passando tra due auto parcheggiate a pettine, senza osservare l’arrivo o meno di auto”.

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