di Emanuele De Biasi

Il conflitto è complicato.
E quello che c’è nella testa di Putin, lo sa solo Putin.

L’intervista ad Andrea Ruggeri è molto bella e spiega alcune sfaccettature interessanti: la strategia dell’uomo pazzo; più che temere la Nato ha paura delle democrazie che potrebbero destabilizzarlo internamente; chiedere l’impossibile per ottenere il più possibile, estremizzare il conflitto per il massimo profitto. Altre cose sembrano ovvie, oramai: un filorusso come Yanukovych al posto di Zelensky, il non contrattaccare per evitare il conflitto nucleare, le sanzioni colpendo gli oligarchi russi… è tutto molto interessante. Ma quale sarà davvero il turning point?

Alcuni mi chiedono cosa fare per aiutare in questo conflitto. Come se io fossi un oracolo, uno stratega militare di rango altissimo in grado di cambiare le sorti.

Io non lo so cosa dobbiamo fare. Una parte di me inneggia all’hashtag #FCKPTN, a volte vorrei andare ad aiutare, a volte vorrei mettere la famiglia in macchina e scappare. Alcuni miei piani alternativi prevedono la fuga in Portogallo o Tenerife, chissà.

Però penso che ci siano alcune cose che possiamo fare.
Questo conflitto potrebbe concludersi con la Russia sull’orlo di un crollo finanziario, tale per cui Putin venga messo alla porta dalla sua stessa guardia, dai suoi militari e dai suoi cittadini.

Potrei riepilogare queste tre azioni:

1) Putin non è il Presidente della Russia, basta chiamarlo così, le parole hanno potere.
Va chiamato dittatore, perché è così che si sta comportando, la Russia è una dittatura, i civili non sono informati, i media sono in mano al governo e i dissidenti vengono “dissuasi”. D’ora in poi Putin è il dittatore, questa è una guerra, l’invasione russa dell’Ucraina. E correggiamo chiunque dica diversamente.
Questa piccola mossa nel tempo può essere molto efficace.

2) Bisogna informare i russi e i bielorussi, convincerli.
Se li conosciamo di persona, contattiamoli e spieghiamo loro cosa sta succedendo.
Chiamiamoli, scriviamogli.
Ovunque ci siano russi e bielorussi spieghiamo e chiediamo che spargano la voce coi loro connazionali.
Con il controllo governativo dei media è un’operazione lunga e difficile, ma è l’arma migliore che abbiamo. Le dittature cadono per mano del popolo.
Un lavoro meraviglioso lo sta facendo Anonymous, lavorando giorno e notte nell’ombra, suggerendo azioni alla community, fornendo strumenti e bot, con messaggi nelle recensioni e nei sistemi di sicurezza. Mentre non vedo risultati concreti da parte dei governi, che dovrebbero esplorare nuovi modi per influenzare l’opinione pubblica di questi due paesi.

3) Dipendiamo tanto, troppo energeticamente dalle risorse russe.
Questo ci farà davvero male. Tutta l’Europa sta reagendo, ma queste transizioni sono lente e nel breve periodo accuseremo un colpo pesantissimo.
Le bollette triplicheranno, quadruplicheranno, forse più!
Non possiamo evitarlo, questi aumenti ci saranno partendo dal gas metano, elettricità e carburanti.
Noi “piccoli” non possiamo far niente per farlo costare meno, ma possiamo trovare il modo di consumare meno. Eliminiamo tutti gli sprechi. Installiamo pannelli fotovoltaici, solare termico, pompa di calore, cappotto o infissi isolati. Montiamo solo lampadine a basso consumo o a LED e spegniamo sempre le luci quando non servono. In macchina corriamo meno. Oppure andiamo a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici. Abbassiamo o spegniamo i termostati. Spegniamoli nelle stanze poco utilizzate e abbassiamoli nelle stanze dove si vive. Mettiamoci una maglia in più e, se possiamo, sfruttiamo stufe a legna e pellet.

Se siamo in tanti queste piccole cose possono fare la differenza.
Non solo per le nostre tasche, aiuterebbe questa transizione e toglierebbe risorse a Putin.
Ogni euro che arriva in Russia e Bielorussia finanzia questo spargimento di sangue e compra una pallottola che potrebbe uccidere il prossimo bambino.

Io non voglio questo.
Mai più.
E tu?

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