Un piano per sganciare la Ue dalla dipendenza dalle forniture di gas russo “ben prima del 2030”. La Commissione europea ha presentato martedì l’attesa comunicazione RePower EU, che include diversificazione delle forniture di gas con maggiori importazioni di Gnl (per 50 miliardi di metri cubi) e gasdotti da fornitori non russi (10 miliardi di metri cubi), aumento dei volumi di produzione e importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile e misure per l’efficienza energetica – compreso l’abbassamento di un grado delle temperature impostate sui termostati – e l’interconnessione. Gli Stati membri potranno inoltre tassare in via temporanea e non retroattiva i profitti straordinari che i produttori di energia elettrica hanno realizzato grazie ai prezzi molto alti di questi mesi, redistribuendo i proventi in maniera “non selettiva” ai consumatori finali. L’obiettivo del piano – essenzialmente un’accelerazione sui target del pacchetto Fit for 55 – è ridurre di due terzi entro un anno l’attuale import dalla Russia, pari a 155 miliardi di metri cubi nel 2021. “E’ difficile ma è possibile”, ha detto il vice presidente della Commissione Ue Franz Timmermans, che ha anche negato l’esistenza di un piano di emissione di eurobond per finanziare le maggiori spese per l’energia e la difesa. Resta da vedere come reagirà Mosca, che ieri ha minacciato di fermare i flussi di gas attraverso il Nord Stream 1.

Stoccaggi pieni al 90% entro l’1 ottobre – Entro aprile arriverà una proposta in base alla quale lo stoccaggio sotterraneo del gas in tutta l’Ue va riempito almeno fino al 90% della sua capacità entro il 1° ottobre di ogni anno, dando incentivi a fornitori e operatori di rete. Oggi la media è del 25-30%. Per le settimane che restano in questo inverno, ha chiarito il commissario Ue all’Energia Kadri Simson, “l’Europa dispone di quantità sufficienti di gas, ma è necessario ricostituire urgentemente le nostre riserve per il prossimo anno”.

Accelerazione sulla produzione da rinnovabili – Ogni Paese dovrebbe poi identificare i progetti per accelerare transizione energetica e la definizione di nuovi impianti per le energie rinnovabili “di preminente interesse pubblico”, velocizzare i permessi e iniziative per le installazioni di pannelli fotovoltaici sui tetti e sviluppare la filiera delle pompe di calore. “Dobbiamo mettere milioni di pannelli solari in più sui tetti di case, uffici e fattorie. E dobbiamo velocizzare le procedure autorizzative per i progetti relativi all’energia eolica onshore e offshore e per l’energia solare: è una questione di interesse pubblico prevalente”, ha sottolineato Timmermans. Nella Ue, e in Italia in particolare, le procedure autorizzative per realizzare nuovi impianti per produrre energia da fonti rinnovabili sono spesso lunghe e complicate, anche se nell’ambito del Next Generation Eu il governo sta lavorando per velocizzarle. Sul nucleare invece “gli Stati membri sono liberi nelle scelte che fanno, in questa situazione non ci dovrebbero essere tabù”, ha risposto il commissario a chi gli chiedeva se l’Ue consigliasse di prorogare lo spegnimento delle centrali nucleari alla luce del conflitto, come si sta pensando di fare in Germania.

La tassa sugli extra profitti e il tetto temporaneo ai prezzi – Nel breve periodo, per far fronte all’”aumento vertiginoso” dei prezzi dell’energia la Commissione esaminerà le possibili opzioni per “limitare l’effetto contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica, come limiti temporanei di prezzo” per “consumatori, famiglie e microimprese vulnerabili”, al fine di “proteggere i consumatori e la nostra economia”. A questo fine si potranno utilizzare anche gli eventuali proventi della tassa temporanea sugli extraprofitti dei produttori di energia. Secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, che aveva raccomandato all’Ue di adottare questa misura pochi giorni fa, il prelievo potrebbe consentire di recuperare fino a 200 miliardi di euro. Ci sarà poi una consultazione con gli Stati membri per valutare un nuovo quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, che permetta di sostenere le imprese colpite dalla crisi, “in particolare quelle che devono affrontare elevati costi dell’energia”.

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