Aldo Cazzullo ricorda sul Corriere della Sera la sua amicizia con Lucio Dalla. “Un’intervista funziona se l’intervistato dice una cosa che non aveva mai detto. Così, conversando con Lucio Dalla qualche giorno prima del suo sessantesimo compleanno, cominciai a girare attorno all’argomento: lei declina i suoi brani d’amore al femminile, «Cara», «Canzone cercala se puoi», però… Lui sorrise: “Non ho nessuna confessione da fare“. Eppure diventammo amici“. Inizia così, il racconto su Lucio. Cazzullo spiega che fu il cantautore a tornare sulla domanda, tempo dopo, confidando “che in gioventù aveva amato sia uomini che donne. Che con gli uomini poteva essere padre, fratello, amante. E in ogni caso non intendeva dichiararsi, attribuirsi un’etichetta, sposare una causa. Chi dopo la sua morte gli ha rimproverato di non essere mai uscito allo scoperto non conosceva Lucio Dalla. Mentre di sicuro, se gli fosse stato concesso più tempo, avrebbe provveduto al giovane uomo che poteva essere suo figlio, fratello, amante, Marco“. Un racconto da leggere d’un fiato, con aneddoti e vita, vezzi e idee, persino il sosia di Lucio Dalla. “Offrirgli qualcosa, anche solo un caffè, era quasi impossibile; voleva sempre pagare lui. Non l’ho mai visto trattare male un passante, non salutare per primo un curioso che lo fissava, rifiutare un autografo…“. Da De Gregori a Vasco, da Morandi a Tenco: “Lucio non amava Sanremo. Era vicino di stanza di Tenco nel 1967, fu lui a dare l’allarme, a dire che Luigi stava male, ma di quella notte non ricordava nulla“.

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