Televisione

Sanremo 2022, Marco Mengoni: “Con la Costituzione ho chiesto più gentilezza e tenerezza. Tornare in gara? Sì con la canzone giusta”

Il cantante è tornato per la terza volta sul palco del Teatro Ariston dopo aver vinto la kermesse nel 2013 con “L'essenziale” e come ospite l'anno successivo per un tributo a Sergio Endrigo con “Io che amo solo te”. Assieme all'attore Filippo Scotti ha parlato di gentilezza, tenerezza, ma anche di libertà di parola e la dignità sociale, citando la Costituzione italiana

di Andrea Conti

A otto anni di distanza dal tributo a Sergio Endrigo con “Io che amo solo te” e a nove dalla vittoria con “L’essenziale”, Marco Mengoni si è presentato sul palco del Teatro Ariston per la finale del Festival di Sanremo. L’occasione è il lancio di un messaggio rivolto a tutte le generazioni nel nome del rispetto e del dialogo. Con lui l’attore 22enne Filippo Scotti, protagonista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di dio”. Dopo aver cantato “L’essenziale”, in una speciale versione riarrangiata, Mengoni ha anche proposto il nuovo singolo “Mi fiderò”, nella versione singola senza Madame.

Perché hai deciso di tornare a Sanremo?
Per parlare di sentimento, verità ed emotività e non l’ho voluto fare da solo. Con me c’è stato Filippo Scotti.

Come mai hai scelto proprio lui?
Abbiamo costruito una cosa molto bella assieme con lui e Luca Bottura. Mi sono fidato del mio istinto. Ho capito che era un attore che volevo conoscere, dopo aver visto il film di Sorrentino. Mi è venuta in mente l’idea di coinvolgerlo e devo dire che è stato toccante. Le sue parole hanno citato la poesia di Franco Arminio. Siamo messi tutti a dura prova, siamo animali sociali abbiamo bisogno di condividere, di abbracci…

Hai citato anche la Costituzione. Perché?
L’Articolo 21 è sulla libertà di parola e l’Articolo 3 sulla dignità sociale. Non ho voluto fare dei riferimenti politici, ma concentrarmi sull’uomo, sui sentimenti in un momento così buio come quello che stiamo vivendo.

C’è in giro censura?
No, anzi. C’è troppa libertà e talmente tanta che tutti si sentono in diritto di far male con le parole sul Web e non solo. Bisogna porsi un limite personale nel rispetto degli altri e di sé stessi. Ultimamente ci siamo presi la briga di non contare fino a 10 prima di dire delle cose. Anche io, a volte, nella mia vita ho detto delle cose sbagliate, ma non lo voglio più fare.

Com’è stato tornare all’Ariston dopo otto anni?
Ero agitato, ho vissuto uno stato emotivo forte. Mi sono venute in mente tante cose del mio primo Sanremo.

Cosa?
Non mi sono goduto appieno quel momento perché non ero abbastanza fermo e controllato. Non me la sono goduta in fondo perché ero così agitato.

Hai visto questa edizione del Festival?
La prima e la seconda serata. Mi sono divertito, gli ascolti hanno premiato Amadeus. Credo ci fosse tanto bisogno da parte degli italiani di vedere un bello show e ho visto i colleghi davvero felici di esibirsi, davanti ad un pubblico. C’è bisogno di ricominciare, ripartire. È arrivata l’ora.

Torneresti in gara?
Sì, con la canzone giusta.

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