“Dove oggi ci sono ragazze e ragazzi che studiano domani potrebbero passare i camion dell’Esselunga”. L’associazione Comala è una realtà di Torino, che gestisce, insieme ad altre, uno spazio di socialità e aggregazione nel quartiere di Cit Turin. “Un luogo frequentato ogni settimana da migliaia di studenti e che ora rischia di sparire” racconta il presidente di Comala Andrea Pino. Negli ultimi mesi oltre 8mila persone hanno firmato l’appello per chiedere al Comune lo “stop al piano di demolizione del cortile di ingresso” e la “revisione del progetto” che riguarda quest’area. Il progetto originale prevedeva la costruzione della nuova biblioteca civica della città ma a causa dei costi troppo elevati è stato abbandonato nel 2011. Così nel 2013, con la giunta Fassino, il Comune ha ripiegato sulla costruzione di un centro congressi, di un albergo e di un supermercato Esselunga. Ed è proprio la strada di servizio del futuro centro commerciale a minacciare le aule studio. “La strada è solo una parte del problema, in gioco c’è il modello di città che ci immaginiamo per il futuro” spiega Francesca che fa parte del Comitato EsseNon composto da diverse realtà cittadine tra cui collettivi universitari e ambientalisti. Alcune settimane fa hanno organizzato una “passeggiata in quartiere” stoppata con cariche e manganellate dalle forze dell’ordine con la motivazione del rispetto delle normative anti covid. Una violenza “gratuita ingiustificata e ingiustificabile nonostante il clima pacifico e disteso dei partecipanti” spiegano i ragazzi che ribadiscono: “Noi chiediamo una città a misura di persona dove siano garantiti il diritto allo studio, all’ambiente e alla socialità: se questo progetto sarà approvato tutto questo non sarà possibile”. Nelle scorse settimane centinaia di persone sono scese in piazza per difendere lo spazio. “Noi chiediamo una città a misura di persona dove siano garantiti il diritto allo studio, all’ambiente e alla socialità: se questo progetto sarà approvato tutto questo non sarà possibile”.

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