Appena mezz’ora di riunione, per decidere solamente la proroga per 10 giorni dell’obbligo di mascherina all’aperto e della chiusura delle discoteche. Il primo Consiglio dei ministri dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale è in versione light: inizia poco dopo le 16 e alle 16:45 è già terminato. In mattinata la Guardasigilli Marta Cartabia lo aveva definito “il segnale di una ripartenza“, ma il suo esito dimostra la cautela con cui si muove il governo, dopo tutte le incognite e gli strascichi provocati dalla settimana di votazioni sul Colle. Gli effetti della corsa al Quirinale nella maggioranza che sostiene il presidente del Consiglio Mario Draghi sono ancora tutti da verificare, ma l’Italia non può permettersi altri giorni di stand-by. Dopo questo vertice interlocutorio, in settimana si cominceranno a prendere in mano i dossier più delicati. Un altro Cdm è già previsto per mercoledì: dovrebbe arrivare un nuovo decreto Covid, con il quale dare copertura normativa alla proroga, ma anche affrontare le questioni spinose. Dalle quarantene a scuola fino al sistema dei colori e alla durata del green pass per chi ha fatto il booster. Senza la certezza di arrivare a un accordo. Un altro fronte, non meno importante, riguarda l’agenda dettata dal Pnrr: “Il prossimo Consiglio dei ministri sarà dedicato a una puntuale ricognizione della situazione relativa ai principali obiettivi Pnrr del primo semestre dell’anno”, ha annunciato Draghi, sottolineando che “l’erogazione della seconda rata, in scadenza al 30 giugno 2022, presuppone il conseguimento di 45 traguardi e obiettivi per un contributo finanziario e di prestiti pari a 24,1 miliardi di euro“.

La mini-proroga – Il governo aveva necessità di intervenire subito sulle misure in scadenza al 31 gennaio: l’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca, il divieto di feste e concerti all’aperto e la chiusura delle discoteche. Alla fine è passata una misura interlocutoria, con la proroga di appena 10 giorni che fa felici soprattutto i gestori delle discoteche: “Fino al 10 febbraio 2022 sono sospese le attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”, si legge nel provvedimento firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza. “Fateci riaprire per San Valentino”, aveva chiesto il leader del Silb, il sindacato dei gestori dei locali, Gianni Indino. Questa possibilità è ancora concreta, anche se sull’argomento le sensibilità nel governo sono diverse. Sulle mascherine, invece, il testo recita che “è fatto obbligo, anche in zona bianca, di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto”. Sono esentati i bambini di età inferiore ai sei anni, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo, i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.

Il fronte extra-Covid – Il Cdm è iniziato con un lungo applauso tributato al presidente della Repubblica. “Le priorità che ha espresso” Sergio Mattarella, “la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese, sono le stesse del governo”, ha detto il premier Draghi, a quanto si apprende, in apertura di Consiglio dei ministri. “Voglio esprimere la mia soddisfazione per i dati sulla crescita che sono usciti oggi, 6,5% nel 2021. Sono il prodotto della ripresa globale, ma anche delle misure messe in campo dal governo, a partire dalla campagna di vaccinazione e dalle politiche di sostegno all’economia”, ha aggiunto Draghi. Il prossimo Consiglio dei ministri di mercoledì, quindi, sarà dedicato a una puntuale ricognizione della situazione relativa ai principali obiettivi Pnrr del primo semestre dell’anno. “In vista della realizzazione dei suddetti traguardi e obiettivi chiederei, nei prossimi giorni, a tutti i ministri di indicare dello stato di attuazione degli investimenti e delle riforme di competenza, segnalando l’eventuale necessità di interventi normativi e correttivi connessi alla realizzazione dei” 45 “obiettivi e traguardi” previsti dal Recovery plan nel 2022, ha aggiunto Draghi.

La semplificazione delle regole sulla scuola – Ma le prossime riunioni serviranno anche per intavolare il discorso sugli altri interventi da mettere in campo nella lotta alla pandemia. Le misure più urgenti riguardano in particolare la scuola. Dopo le modifiche introdotte con il decreto sostegni – chi ha il pass rafforzato rientra dall’autosorveglianza senza dover fare il tampone – il governo metterà mano alla babele di regole che sta creando difficoltà e problemi non solo al sistema scolastico ma anche a milioni di famiglie. Le ipotesi sono sostanzialmente due. Estendere alle elementari le regole già in vigore per medie e superiori: la classe va in didattica a distanza a partire da tre contagi mentre con due positivi rimarrà a casa solo chi non è vaccinato o chi è vaccinato da più di 120 giorni e non ha fatto il booster o chi è guarito da più di 120 giorni. Per chi andrà in Dad, inoltre, niente più quarantena ma l’autosorveglianza. Ci sarà poi l’equiparazione del sistema delle quarantene scolastiche a quello in vigore per tutti i cittadini: niente isolamento per vaccinati da meno di 120 giorni o con booster e guariti, 5 giorni per chi è vaccinato o guarito da più di 120 giorni e 10 giorni per i non vaccinati.

I nodi: green pass e zone a colori – Un altro fronte sul quale non sembrano esserci contrasti è la richiesta delle Regioni di distinguere i ricoverati ‘per’ covid da quelli ‘con’ covid, pazienti asintomatici che entrano in ospedale per un altro motivo e risultano poi positivi al tampone di controllo. La richiesta dovrebbe essere accolta anche se nel bollettino continuerà ad essere segnalata la presenza dei malati con covid. I due punti sui quali la discussione è ancora aperta riguardano invece le fasce di colore e la durata del green pass. Nel documento al governo, le Regioni sottolineano la necessità di “avviare un percorso di normalizzazione della vita dei cittadini e dell’intero Paese”. Dunque via il sistema delle fasce. Se dall’esecutivo è arrivata un’apertura, non ci sarà però la cancellazione totale: rimarrà il sistema per l’analisi epidemiologica e rimarrà la zona rossa.

È probabile che su questo tema il governo chieda un parere al Comitato tecnico scientifico, che sarà chiamato anche ad un’altra valutazione, quella sull’estensione della durata del green pass per chi ha fatto il booster. Da martedì il certificato verde durerà sei mesi dai nove attuali e dunque, chi ha fatto il richiamo a settembre, vedrà scadere il pass a marzo senza possibilità di rinnovo. Il governo ha già deciso che il problema verrà risolto allungandone la durata, visto che al momento non è stata autorizzata la quarta dose, ma la discussione è ancora aperta sulla durata dell’estensione: renderlo illimitato oppure portarlo fino allo scadere dello stato d’emergenza, al momento fissato al 31 marzo, o fino al 15 giugno, data in cui in base ai provvedimenti in vigore il green pass non dovrà più essere utilizzato.

Articolo Precedente

Toti: “Il centrodestra va ripensato. Eleggere un nostro presidente della Repubblica? Non era possibile, insensato perseguire quell’obiettivo”

next
Articolo Successivo

Elisabetta Belloni e la colpa di essere aliena al Garden Club della politica politicante

next