Al termine della seconda fumata nera, mentre Enrico Letta dichiara che “dobbiamo rinchiuderci in una stanza a pane e acqua e buttar via la chiave finché non si trova una soluzione”, Matteo Salvini, dopo la presentazione della terna di centrodestra, tira dritto per la sua strada: “Nella storia del presidente della Repubblica ci sono state elezioni risicate al 53% come con Napolitano ed elezioni che hanno sfiorato l’80% e quindi un conto è il governo, un conto l’elezione del presidente della Repubblica. Sono due destini diversi”. Visione diametralmente opposta quella di Andrea Orlando: “Fantasioso e improbabile pensare che si compia una lacerazione in un momento come questo in cui nessuna coalizione da sola ha la maggioranza assoluta, e quindi andando a cercare l’ultimo voto e poi il giorno dopo non succede niente”. Orlando poi evita di rispondere all’eventualità che si converga su Pier Ferdinando Casini. “La terna si può giocare al lotto – è la non entusiastica posizione di Vittorio Sgarbi – ne sceglie uno la sinistra o li votiamo una alla volta per farlo trombare?” si chiede il numero uno ‘dell’operazione Scoiattolo’ per Silvio Berlusconi. Sgarbi esclude che a spuntarla alla fine sia Casini.
“La Casellati potrebbe avere i voti degli ex 5 stelle che avevo raccolto – e conclude – il centrodestra aveva un’opportunità straordinaria di dire da subito Draghi e imporlo al centrosinistra che non poteva non votarlo. Ora è messo male anche Draghi. Insomma è un bel casino”. La terna proposta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, sembra non entusiasmare neppure il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti: “Dovete avere pazienza”. Che i nomi della ‘terna’ abbiano poche possibilità lo si evince anche dalle dichiarazioni pentastellate: “Importante è che il dialogo sia partito” afferma Spadafora e Luigi Di Maio ai cronisti lascia solo un breve “sono ottimista”.
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Quirinale, la strada che porta al presidente passa da una “stanza chiusa”? L’invito del centrosinistra: “Mercoledì giorno chiave”

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