Frena la cassa integrazione, vola il precariato. L’Inps ha rilevato che nel 2021 sono state autorizzate in tutto 2.821,2 milioni di ore di Cig, il 35% in meno rispetto a quelle delle 2020, nonostante un’accelerazione a dicembre. L’Osservatorio sul precariato aggiornato a ottobre mostra poi che nei primi dieci mesi dell’anno i datori di lavoro privati hanno concluso 5.987.000 assunzioni, in aumento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’incremento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, ma il vero boom ha riguardato assunzioni in somministrazione e stagionali (+30%) seguite dall’apprendistato (+24) e da contratti a termine e intermittenti (+18%) mentre si è fermata all’11% la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. Rispetto al 2019 le assunzioni risultano
diminuite complessivamente del 7%, sempre con riferimento all’intero periodo gennaio-ottobre.

Sempre nel periodo gennaio-ottobre 2021 i rapporti di lavoro che hanno usufruito dell’esonero triennale per nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani sono stati 115.294 (71.380 assunzioni e 43.914 trasformazioni a tempo indeterminato), in forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+65%) grazie all’attivazione dell’esonero totale (entro il limite di 6.000 euro annui) per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato previsto dalla legge di Bilancio per il 2021 ed esteso ai giovani fino a 36 anni (in precedenza l’esonero era pari al 50% dei contributi dovuti entro un limite annuo di 3.000 euro). I rapporti instaurati con l’esonero totale infatti, rappresentano l’86% dei rapporti incentivati con l’esonero triennale giovani nella sua globalità.

Le cessazioni fino a ottobre 2021 sono state in complesso 5.129.000 con una crescita dell’8%. Risultano in flessione solo le cessazioni dei contratti intermittenti (-8%), mentre si ha un aumento per tutti gli altri contratti. In particolare per i contratti a tempo indeterminato si registra un aumento del 14% ma bisogna tenere conto del fatto che nel 2020, dall’inizio dell’emergenza sanitaria è stato in vigore blocco dei licenziamenti. Rispetto al 2019 (sempre per il periodo gennaio-ottobre) le cessazioni complessive risultano calate del 12% mentre quelle a tempo indeterminato del 10%.

Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi che identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro risulta positivo a ottobre per 583mila unità. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari 184.000 unità; ancora più consistente risulta l’incremento del tempo determinato (+233.000) e rilevante pure quello dei contratti di somministrazione (+78.000).

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