Dal 2013 al 2014 era stato consigliere comunale del Pd a Venezia. Rappresentante sindacale di Fisascat-Cisl si è poi distinto come uno dei croupier più attivi nelle vertenze con il Comune lagunare, a difesa dei dipendenti della casa da gioco. In una notte che lui stesso ha definito “di follia”, Enrico Gianolla, 53 anni, si è intascato alcune fiches al tavolo verde del valore di mille euro ciascuna. Altre sono state trovate nel suo cappotto, per un totale di 28mila euro. Un furto bello e buono, con destrezza, ma che non è sfuggito all’occhio delle telecamere di controllo e all’intuito di un ispettore che si trovava in sala. Gianolla è stato invitato in direzione e ha dovuto ammettere il fattaccio. Non si tratta di una novità assoluta: a Venezia un croupier venne condannato nel 2015 a un anno e tre mesi per essersi infilato nei pantaloni (visto che le tasche di tutti sono cucite per evitare tentazioni) una fiche da 500 euro. Mentre nel 2018 una donna era stata scoperta con una fiche nel reggiseno.

In questo caso l’importo è molto più considerevole. L’ammissione immediata di colpa non ha impedito, anzi ha reso immediatamente esecutiva la sospensione, cui seguirà l’inevitabile licenziamento. Il fatto è accaduto nella sede di terraferma del Casinò, a Ca’ Noghera. Il croupier è stato tradito da un movimento repentino della mano che non è passato inosservato. Ma visto il numero di fiches che gli sono poi state trovate nello spogliatoio, avrebbe ripetuto la mossa più volte durante la stessa serata. Le fiches sarebbero finite in una tasca della camicia, altre 21 erano nelle tasche del cappotto, appeso nello spogliatoio. Come riferito dai giornali locali, Gianolla si è giustificato dicendo di attraversare un delicato periodo personale. “In un periodo difficile della mia vita ho chiuso il cervello e mi pentirò per sempre di quello che ho fatto, anche per quello che rappresentavo sindacalmente e nella vita politica veneziana” ha detto.

L’assessore comunale alle società partecipate e al bilancio, Michele Zuin, ha commentato: “I nostri sistemi di sicurezza funzionano e non a caso ci siamo immediatamente accorti di quanto stava avvenendo e siamo riusciti a fermarlo. Si tratta di fatti che gettano una cattiva luce, ma sono stati limitati a una persona che probabilmente ha agito in un momento di follia e ha ammesso immediatamente l’accaduto”.

Nelle procedure di licenziamento seguite in passato i croupier avevano contestato l’utilizzo delle telecamere interne che è previsto per controllare la regolarità del gioco, non tanto per smascherare eventuali furti dei dipendenti. Anche per questo, quando la direzione del Casinò ha capito che al tavolo di Gianolla stava accadendo qualcosa di strano ha deciso di intervenire cogliendo il croupier in flagranza. Adesso ci sarà una denuncia da parte della Polizia (intervenuta a Ca’ Noghera) e un procedimento disciplinare. Per monetizzare le fiches il croupier avrebbe avuto bisogno di un complice.

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