Un imprenditore veneziano rapito in Africa, dove si era recato per incontrare una ragazza conosciuta sul web, non solo è caduto in una trappola ed è stato rapito per alcuni giorni e poi liberato grazie all’intervento dei carabinieri italiani del Ros e delle forze speciali della Costa d’Avorio, ma deve subire anche le conseguenze etiche in parrocchia. Claudio Formenton, imprenditore, 67 anni, era infatti “ministro per la distribuzione della Comunione”, cioè distribuiva le particole in chiesa o andava nelle case per portarle ai malati.

Dopo che la vicenda del rapimento è diventata pubblica, il parroco don Claudio Savoldo ha fatto sapere che gli revocherà questo ruolo. E ha dichiarato ai giornali locali: “Mi erano già arrivate in passato anche alcune voci sul suo conto, ma non gli avevo tolto quella mansione perché nel frattempo era arrivato il Covid. Alla luce di queste rivelazioni l’incarico gli sarà tolto definitivamente”. Il piccolo paese della Riviera del Brenta è scosso dalla vicenda che ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Roma.

Formenton, che è padre e nonno, aveva allacciato un legame in rete con una donna della Costa d’Avorio. Evidentemente se ne era invaghito, senza rendersi conto che sarebbe finito in un raggiro che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi per lui. Infatti, quella non era altro che un’esca, uno specchietto per le allodole che avrebbe già collezionato una lunga serie di prede. L’imprenditore, che opera nel settore del marmo, ha deciso di partire per l’Africa, affermando che avrebbe fatto visita a un missionario, padre Mattia Mellis, per trascorrere alcuni giorni nel suo centro di attività religiose e benefiche. La comunità missionaria Villaregia, in provincia di Rovigo, che gestisce la missione dall’Italia, ha però spiegato che quel viaggio non era stato concordato con la struttura. L’organizzazione è presente alla periferia della capitale economica della Costa d’Avorio, Abidjan, nella diocesi di Yopougon.

Il fatto risale a un paio di mesi fa, ma solo ora se ne è saputo qualcosa, dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Roma, competente per reati commessi all’estero ai danni di connazionali. Formenton ha dovuto ricostruire che cosa è accaduto con il pubblico ministero Erminio Amelio. Ha così ammesso che avrebbe dovuto incontrarsi con Olivia Martens, una donna di vent’anni, che non aveva mai visto. Gli agenti della Polizia Postale le chiamano “truffe sentimentali” con la costruzione di falsi profili. Riguardano l’uno e l’altro sesso, ma la variante africana è stata un po’ diversa. Formenton ha preso l’aereo e ha raggiunto Abidjan. In aeroporto è stato avvicinato da un tassista con un foglio su cui era riportato il suo nome che però non lo ha portato nella località richiesta, bensì in una capanna nella foresta. In tre giorni ha cambiato prigione un altro paio di volte, fino a finire in un albergo. E’ stato trattato bene e non è stato necessario pagare riscatti. Grazie alla tempestività delle indagini dei carabinieri, in contatto con i servizi speciali africani, è stato possibile individuare dove si trovava e liberarlo. L’avvocato Stefano Marrone, che assiste Formenton ha detto: “Chiede il rispetto della sua privacy, ha già riferito alle autorità giudiziarie e non rilascerà interviste”.

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