Attualità

Discoteche chiuse alla vigilia delle feste e nessun ristoro (nemmeno promesso). I gestori: “Bullizzati dal governo, il ministero dello Sviluppo non ci risponde”

Nessun ristoro e nessuna risposta da parte del Governo per il sostegno e il ristoro a favore delle discoteche e delle sale da ballo, chiuse a causa dell'incremento dei contagi per Covid. A FQMagazine intervengono Maurizio Pasca, presidente del SILB (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento) e Federico Rasetti di KeepOn LIVE (Associazione di categoria Live Club e Festival italiani) confermano: "Il Mise (guidato dal leghista Giorgetti, ndr) non ci ascolta"

di Andrea Conti

Delusione e rabbia da parte dei gestori delle discoteche e delle sale da ballo costretti alla chiusura dalla decisione presa lo scorso 23 dicembre al governo Draghi dopo l’incremento della curva dei contagi del Covid. Dalla manovra approvata da poche ore nessun cenno ai ristori né sostegno ad una categoria che versa in gravissima crisi economica. Anche Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico fronte Lega, tace, nonostante il suo partito si sia sempre accreditato come difensore di queste categorie. A FQMagazine intervengono Maurizio Pasca, presidente del SILB (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento) e Federico Rasetti di KeepOn LIVE (Associazione di categoria Live Club e Festival Italiani), entrambi confermano: “Non ci è arrivata nessuna risposta, siamo figli di un dio minore. Questo Governo non ci ascolta”.

E puntano dritti proprio sul ministero dello Sviluppo a guida Lega: “Il Ministero dello Sviluppo non ci dà alcuna risposta dal mese di agosto e i 20 milioni di euro di ristori stanziati nella precedente manovra del Governo Conte sono ancora bloccati (così ci dicono) all’Agenzia delle Entrate. Quindi non abbiamo visto ancora nemmeno un euro in due anni di fermo– afferma Maurizio Pasca-. E possiamo già dire che a fronte delle nostre pesanti perdite, questi 20 milioni non basteranno. Subiamo il 48% di pressione fiscale in totale. Siamo tartassati in maniera più pesante rispetto a cinema e teatri. Abbiamo riaperto le nostre attività l’11 di ottobre, dopo due anni di chiusura ininterrotta, e adesso ci hanno richiuso. Dalla manovra approvata in queste ore non c’è alcun cenno per il nostro settore. Il Governo è assolutamente insensibile verso un settore economico molto importante come il nostro. Negli altri Paesi europei c’è grande attenzione, mentre in Italia discoteche sono criminalizzate. Siamo bullizzati, usiamo la parola giusta. C’è un accanimento nei nostri confronti che è palese e non ne comprendiamo il motivo. Comprendiamo le preoccupazioni legate alla pandemia ma siamo davvero l’unico settore rimasto fermo. Il settore è al collasso con oltre il 30% dei locali che hanno cessato le attività per sempre, 100mila lavoratori a intermittenza hanno dovuto cercare altre occupazioni perché non c’è una garanzia di continuità in questo settore. Questa estate con le discoteche chiuse si è ballato dappertutto, dagli alberghi ai ristoranti e in luoghi improvvisati. La gente va a cercare divertimento in luoghi abusivi e fuori controllo”. E poi la denuncia: “Io sono in possesso di centinaia di video e foto che testimoniano come in questi giorni alberghi, ristoranti, masserie e casali col passaparola sul Web stanno organizzando veglioni, cenoni e discoteche. Senza alcun controllo, lo ribadisco. È una situazione paurosa”.

“È vero i soldi del vecchio ristoro, stanziato dal Governo Conte, sono fermi e non ci sono arrivati – conferma Federico Rasetti di KeepOn LIVE -. La cosa che ci ha colpito è che questo Governo invece non ci ascolta. Parliamo di spiccioli a fronte dei costi fissi che abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere. I soldi non sono un problema per il Governo. Io stesso ho visto che sono stati elargiti finanziamenti a progetti singoli da compleanni di Associazioni politiche a restaurazioni di singole opere. Quindi non è un problema di fondi. Noi dei Live Club abbiamo un ulteriore problema. Non siamo strutture riconosciute a livello giuridico, dunque si fa fatica ad ottenere i ristori. Siamo in attesa che la legge delega dello Spettacolo venga approvata al più presto in modo da essere riconosciuti legalmente come categoria. Eppure non siamo una piccola realtà, siamo su tutto il territorio e produciamo fatturati importanti. Anche dal punto di vista culturale in questi anni il nostro contributo è stato importante se pensiamo agli inizi di artisti come Diodato o Afterhours che hanno mosso i primi passi proprio nei Live Club e poi sono ‘esplosi’”.

Le associazioni Arci (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana), Assomusica (Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal Vivo) e KeepOn LIVE (Associazione di categoria Live Club e Festival italiani) hanno già pronto un manifesto programmatico da sottoporre a chi del Governo vorrà ascoltarli: dagli ammortizzatori sociali al sostengo dei costi fissi di locazione e utenze. Quest’ultimo punto molto sentito dalle categorie: “Ci sono i proprietari dei locali che hanno compreso la situazione da due anni, ma ora anche loro iniziano a chiedere, giustamente, saldi e pagamenti. C’è infine un altro problema che si pone: – conclude Rasetti – l’obbligo di chiusura fino al 31 gennaio 2022, poi per i mesi a seguire, fino al 31 marzo 2022, si impone il divieto di somministrazione di cibi e bevande e l’obbligo di indossare la mascherina FFP2. Così è impossibile riprendere le regolari attività per la fruizione di concerti e musica dal vivo. Ad oggi non è chiaro se i concerti sono da considerarsi con posti a sedere o in piedi. La richiesta di posti a sedere è in totale contrasto con la possibilità di svolgerli a capienza piena, dal momento che la capienza di un Live Club è da considerarsi al 100% solo ed esclusivamente con posti in piedi. A concludere poi quando e se riapriremo non abbiamo concerti programmati perché molti eventi stanno slittando. Quindi in che condizioni riapriremo?”. Un interrogativo che per ora non ha alcuna risposta da parte delle Istituzioni.

Riceviamo in data 31 dicembre

Da circolare dell’Agenzia delle Entrare si apprende che il fondo, pari a 20 milioni di euro, a favore dei titolari di
partita IVA la cui attività prevalente, individuata dal codice ATECO 2007 “93.29.10 – Discoteche, sale da ballo, night-club e simili”, risultava chiuso alla data del 23 luglio 2021 ed è stato sbloccato in data 29 dicembre 2021.

Discoteche chiuse alla vigilia delle feste e nessun ristoro (nemmeno promesso). I gestori: “Bullizzati dal governo, il ministero dello Sviluppo non ci risponde”
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione