Anche due dipendenti di Save the Children sono rimasti uccisi nel massacro della vigilia di Natale in Birmania compiuto dall’esercito. “Con profonda tristezza confermiamo che due membri del nostro staff sono fra i corpi carbonizzati ritrovati in Myanmar”, ha fatto sapere l’Ong. L’organizzazione ha sottolineato che si tratta di due uomini, “entrambi padri da poco” che “lavoravano per l’istruzione dei bambini”. Nel massacro avvenuto nel villaggio di Mo So, nell’est del Paese, secondo testimoni e fonti locali, sono state uccise oltre 30 persone, tra cui anche donne e bambini, i cui corpi sono stati poi bruciati.

Save the Children ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di riunirsi e “adottare azioni affinché i responsabili ne rispondano”. “Siamo straziati”, scrive Save the Children Italia su Twitter. Il massacro, le cui immagini sono state diffuse sui social network, ha scatenato l’indignazione contro l’esercito che ha preso il potere nel golpe di febbraio. La strage è l’ultimo segnale della gravità della situazione nel Paese dove, dopo il golpe, l’esercito sta impiegando sempre di più il pugno di ferro contro il dissenso. Il massacro è avvenuto in un’area dove da decenni la minoranza Karenni rivendica una maggiore autonomia.

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