“Si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare, nelle prossime settimane, un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione”. Il governo avverte gli enti locali: la variante Omicron causerà a breve un’impennata dei nuovi ricoveri per Covid. E gli ospedali – con la medicina di territorio – si dovranno far trovare pronti. “L’Italia si trova in fase epidemica acuta, caratterizzata da un’elevata velocità di trasmissione del virus nella maggior parte del Paese”, è la premessa della nuova circolare inoltrata a Regioni e Comuni dal ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Programmazione sanitaria, Andrea Urbani, e da quello della Prevenzione, Gianni Rezza. “Nelle ultime otto settimane – si legge – sul territorio nazionale sono stati registrati rapidi incrementi dell’incidenza, che ha ormai raggiunto i 241 casi/100mila abitanti, e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (9,6%) e nelle aree mediche (12,1%), mentre si mantengono stabilmente e significativamente al di sopra della soglia epidemica (1, ndr) sia l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici (1,13) che l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (1,09)”.

Di questo passo, prima della fine dell’anno la pressione sugli ospedali a livello nazionale sfonderà entrambe le soglie di sicurezza – 15% in area medica, 10% in intensiva – che contribuiscono a far transitare le Regioni in zona gialla. Per questo, “in considerazione degli ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione della variante”, il ministero invita a potenziare l’assistenza medica e i posti letto “sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da Covid-19 in relazione alle specifiche necessità assistenziali”. Il documento richiama infine rimanda quindi alle circolari già emanate per la gestione delle precedenti ondate, che dettano misure per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile, indicazioni per partorienti e neonati, riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali per la gestione dell’emergenza con il potenziamento dei posti letto ospedalieri e dell’assistenza sul territorio.

Intanto il premier Mario Draghi ha convocato la cabina di regia e a seguire un Consiglio dei ministri per giovedì 23 dicembre, in cui si discuteranno eventuali nuove misure di contenimento sulla base dei dati della cosiddetta “flash survey“, un sequenziamento lampo che si svolgerà lunedì nelle regioni. Tra le ipotesi c’è l’introduzione dell’obbligo di tampone per accedere a luoghi affollati come le discoteche, ma anche per le feste in piazza, negli alberghi e in generale nei locali chiusi, e per andare allo stadio. Possibile anche l’obbligo di mascherine all’aperto anche in zona bianca e la riduzione a cinque o sei mesi della durata del green pass (dai nove attuali). Sul tavolo anche l’estensione del vaccino obbligatorio ad altre categorie di lavoratori, a partire dai dipendenti pubblici.

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