A pochi giorni dal Natale arriva la doccia fredda per i quasi 500 addetti impiegati nello stabilimento Stellantis di Mirafiori. Alcune linee produttive erano state convertite alla produzione di mascherine anti Covid. Ora però il contratto con il commissario straordinario è scaduto e, a quanto pare, non verrà rinnovato. I lavoratori, di cui circa la metà con ridotte capacità lavorative, andranno per un anno in cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale. Dopo di che dovrebbero essere utilizzati nell’ambito della riorganizzazione dell’attività a Mirafiori dove è previsto un rafforzamento legato all’elettrificazione.

La produzione di mascherine Stellantis era iniziata nell’agosto del 2020. Non senza incontrare problemi visto che per alcuni lotti era stato chiesto il ritiro dal ministero della Salute poiché scarsamente filtranti e maleodoranti. Le mascherine realizzate a Mirafiori e nello stabilimento di Pratola Serra (Avellino) sono state destinate in questi mesi per lo più alle scuole. Stellantis, quarto gruppo automobilistico al mondo, è nato nel dall’unione dell’italiana Fca e della francese Psa. Il primo azionista del gruppo è la Exor della famiglia Agnelli che detiene una quota del 14,4%.

“Dopo le 1.400 uscite incentivate nell’area torinese che ha determinato un calo occupazionale, la chiusura dello stabilimento di Grugliasco della Maserati e la cassa integrazione che continua imperterrita nel gruppo Stellantis, adesso abbiamo la cassa integrazione straordinaria della durata di un anno per 492 lavoratrici e lavoratori attualmente impiegati alla fabbricazione delle mascherine che cesserà con la fine dell’anno”. Lo afferma, in una nota, Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil di Torino. “Questo è un ulteriore problema – osserva – anche perché molti dei lavoratori impiegati nel reparto mascherine hanno delle inidoneità e bisognerà trovare una collocazione confacente alle loro condizioni”

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