Le forze politiche “non devono fare finta di non vedere i problemi del paese”. Lo ribadisce il segretario della Cgil Maurizio Landini a Mezz’ora in più su Rai 3. “Ci aspettiamo che le cose cambino”, aggiunge Landini ma “le forze politiche devono interrogarsi che se il 50 o il 70% di quelli che stanno male non vanno a votare, forse non si sentono rappresentati”. Il leader della Cgil ripropone poi il distinguo tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i partiti della maggioranza. “Non dico che Draghi è bravo e gli altri no ma lui ha avuto almeno l’umiltà di ascoltarci” se non sulla riforma del fisco almeno sul contributo “sopra i 75mila euro”. Landina prosegue: “Nella seconda telefonata dopo il cdm ci ha spiegato che la maggioranza non ha fatto passare” quella misura. “Se questa è la maggioranza” che lo sostiene “questo è un governo che non ci meritiamo”.

In merito alle modalità irrituali con cui alcune aziende hanno comunicato il licenziamento ai loro dipendenti Landini ha detto che “Non è che c’è il bon ton secondo cui se mi licenzi via mail non va più bene ma se lo dici venti prima con gentilezza allora vale il licenziamento”. Il segretario della Cgil chiude quindi la porta a ipotesi di modalità guidate di licenziamenti e chiusure previsti dal dl delocalizzazioni allo studio del governo. “Serve cambiare davvero” ha detto Landini sottolineando come sul tema l’esecutivo “non ha chiamato ancora i sindacati”. Ospite della stessa trasmissione il segretario della Uil, l’altro sindacato che ha proclamato lo sciopero generale del prossimo 16 dicembre insieme alla Cgil, Pierpaolo Bombardieri ha spiegato “Noi se ci chiamano siamo sempre disponibili al confronto ma la motivazione della protesta è quella di cambiare nel merito le scelte”.

Resta su una posizione di contrarietà allo sciopero la Cisl il cui segretario Luigi Sbarra afferma “Trasformare i luoghi di lavoro in campi di battaglia, distruggere il dialogo sociale con il governo lo consideriamo assolutamente sbagliato”. Il numero uno della Cisl ritiene infatti che “La manovra ha un profilo espansivo con forti interventi di redistribuzione”. Sbarra torna dunque a criticare lo sciopero , “Partivamo dall’impostazione del governo sul fisco che su 8 miliardi intendeva assegnare 5 all’Irpef e 3 all’Irap, siamo passati a 7 per lavoratori dipendenti e pensionati”.

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