Emmanuel Macron ripercorre molti dei punti già illustrati dopo la firma del Trattato del Quirinale con l’Italia e presenta quello che appare a tutti gli effetti un programma politico in vista della presidenza di turno francese dell’Unione europea che inizierà a gennaio e durerà, come di consueto, sei mesi. Nella conferenza stampa di presentazione del mandato francese, torna quindi a spingere su temi come la “sovranità europea”, la necessità di una “riforma dello spazio Schengen”, oltre a sottolineare la necessità di un cambiamento anche in tema di patto di stabilità che in epoca Covid, come già esplicitato nella sua trasferta a Roma, deve necessariamente essere ripensato in un’ottica di maggior flessibilità.

Incassato l’appoggio del governo Draghi, sancito dalla firma sull’accordo bilaterale che ricorda quello che ha portato alla formazione e all’implementazione dell’asse franco-tedesco, Macron compie il passo successivo per accreditarsi come il leader che farà suo il rilancio dell’Ue. E lo fa partendo da uno dei principi a lui più cari, come emerso dalle ultime uscite, quello di una nuova sovranità europea: “Dobbiamo passare da un’Europa della cooperazione all’interno delle nostre frontiere a un’Europa pienamente sovrana, libera delle sue scelte e del suo destino”, ha detto svelando anche il logo e il motto della futura presidenza: “Rilancio, potenza, appartenenza”. E annuncia che la presidenza di turno francese dell’Ue sarà “un momento storico”.

E per tornare a una sovranità europea, il primo passo da compiere, secondo il presidente francese, è quello della protezione dei confini esterni, al quale devono seguire nuove politiche migratorie, sia esterne che interne. “Dobbiamo assolutamente ritrovare un’Europa che sappia gestire e proteggere le sue frontiere e che sulla questione migratoria ci metta in condizione di difendere i nostri valori“, ha detto annunciando che sotto la presidenza francese ha intenzione di avviare “una riforma dello spazio Schengen attorno a due priorità“. La prima, spiega, “sarà la messa in atto di un sistema di guida politica dello spazio Schengen. Come abbiamo fatto con la Zona euro, dove abbiamo messo in piedi una struttura politica, con riunioni regolari dei ministri delle Finanze. Vogliamo installare con un’organizzazione e uno spazio politico, con riunioni regolari dei ministri responsabili di queste questioni. È bene poter avere delle riunioni regolari che possano prendere decisioni politiche, rafforzare i controlli alle frontiere e avere delle politiche coerenti alle nostre frontiere esterne. È la condizione necessaria alla libera circolazione nello spazio Schengen. Tutto questo viene ad appoggiarsi a una riforma che permetterà di migliorare il funzionamento interno di questo spazio”. La seconda priorità riguarda invece il supporto ai Paesi ai confini esterni dell’Unione, in nome di quella solidarietà europea invocata proprio da questi: “Vogliamo creare un meccanismo di urgenza di sostegno alle frontiere in caso di crisi – ha aggiunto – Quando uno Stato membro deve improvvisamente far fronte a una crisi che chiede di rafforzare il controllo alle frontiere esterne, deve poter contare sull’appoggio di Frontex e dei rinforzi solidali degli altri Stati membri in personale e attrezzature. Spesso oggi le reazioni sono tardive, bisogna creare un meccanismo di sostegno intergovernativo”, conclude.

Due i fronti aperti a questo proposito: la lotta ai trafficanti nel Mediterraneo e il contrasto alle pressioni ai confini orientali. Dobbiamo “lottare contro i passeur che hanno fatto del Mediterraneo un vergognoso cimitero“, ha detto Macron non dimenticando di citare anche la recente tragedia dei migranti annegati nella Manica. È anche con questo obiettivo, dice, che è stato fissato per il 17 e 18 gennaio a Bruxelles un summit per “rifondare in profondità” le relazioni tra Europa e Africa. A cominciare da un “new deal” economico per il rilancio dei Paesi del continente. Inoltre, sarà necessario un “nuovo impegno” e un “nuovo coinvolgimento” dell’Unione europea nei Balcani occidentali per rispondere alle “nuove tensioni” e alle “interferenze delle potenze regionali” che tentano di destabilizzare l’Europa: “Questa regione è oggi attraversata da nuove tensioni. La storia è di ritorno, a volte anche anche con la sua parte tragica”, ha detto annunciando una conferenza europea sui Balcani per il prossimo giugno.

Ma non sono solo i confini la priorità del presidente francese. Anche una riforma del patto di stabilità europeo è ritenuta necessaria, come esplicitato nel corso dell’ultimo bilaterale che ha portato alla firma del Trattato del Quirinale. “Durante la pandemia abbiamo messo le regole di bilancio tra parentesi – ha ricordato -, ma non possiamo fare come se nulla fosse accaduto”. Quindi l’appello a una “discussione strategica” su questo argomento, per creare un sistema che tenta anche conto di “investimenti nuovi”.

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