Quasi certamente Luca Morisi non andrà a processo. A quanto riferisce il Corriere della Sera, la Procura di Verona chiederà a breve l’archiviazione del fascicolo sulla notte di sesso e droga che costò le dimissioni all’ideatore della Bestia social leghista. La richiesta, specifica la procuratrice Angela Barbaglio, è motivata con la “particolare tenuità del fatto”, una specifica causa di non punibilità introdotta nel 2015. Il “fatto”, in questo caso, è la cessione di sostanza stupefacente contestata sia a Morisi sia ai due escort romeni che lo raggiunsero nella sua cascina di Belfiore, nel Veronese, la notte dello scorso 14 agosto, dietro compenso di 2.500 euro.

I due giovani, Alexander e Petre, si presentano a casa Morisi intorno alle quattro. Dopo ore di sballo, alle 15.30 del pomeriggio Petre chiama i carabinieri denunciando un furto: quando i militari arrivano trovano i tre che litigano in mezzo alla strada. L’escort accusa Morisi di aver fornito loro sia la cocaina sia un flacone di Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro“, che tira fuori dallo zaino. Dalle chat su Grinderboy – un sito di incontri per omosessuali – risulterà però che a proporre il Ghb fu Alexander: “Ti portiamo anche G. Ti piacerà molto, te lo assicuro”. Mentre il guru social rispondeva di voler usare “C.“, cioè la cocaina, poi ritrovata in modica quantità nell’abitazione. Il 23 settembre scorso Morisi comunicava di essersi dimesso dal proprio ruolo nella Lega a partire dall’inizio del mese per “questioni familiari“: tre giorni dopo la notizia della perquisizione e dell’indagine è diventata pubblica.

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