Tra i primi atti della nuova amministrazione del litorale di Roma c’è stata la sospensione in autotutela del bando per il rinnovo delle concessioni degli stabilimenti balneari. Il provvedimento era stato fortemente voluto dalla precedente giunta municipale del M5s, nonostante le contestazioni delle imprese locali, e ora i pentastellati annunciano un esposto alla Corte dei conti e alla Procura. Le nuove assegnazioni sarebbero dovute partire dal primo gennaio del 2022, ma sulla decisione assunta pendeva una pioggia di ricorsi e si è intromessa anche la sentenza del Consiglio di Stato. Una nuova contesa si è affacciata sul litorale romano, unico territorio in tutta Italia in cui le licenze per gli stabilimenti balneari sono state messe a gara, in attesa che l’ordinamento nazionale adotti un percorso definitivo per la ricezione della direttiva europea Bolkestein che prevede la messa a gara delle aree pubbliche destinate al commercio. Ruggero Barbadoro della Fiba Confesercenti di Ostia, spiega: “È in corso in tutta Italia una mappatura degli stabilimenti perché va riorganizzato tutto il comparto”. “In tutta Italia ci sono circa 40mila imprese balneari, nel Lazio sono circa 2.500: soltanto gli stabilimenti romani, a Ostia sono stati messi a bando, una decisione che abbiamo contestato e che non abbiamo mai capito: infatti sono fioccati i ricorsi”, accusa Barbadoro.

IL BANDO – La messa a gara delle licenze era stata decisa “dopo sette anni di lavoro, sulle carte della Procura e del Prefetto che si era insediato a seguito dello scioglimento del municipio per infiltrazioni criminali”, spiega il consigliere capitolino del M5s, Paolo Ferrara. Il bando era stato lanciato alla fine del 2020 dalla giunta municipale del M5s e riguardava le 37 concessioni scadute in quell’anno. Nonostante le proteste dei balneari la gara si era conclusa ed era stata stilata una graduatoria. Le assegnazioni, però, non erano state portate a termine perché, anche a fronte dei ricorsi, la vecchia giunta aveva concesso una proroga tecnica di un anno alle imprese già attive. E ora che la proroga è in scadenza – dal primo gennaio 2022, secondo il bando, avrebbero dovuto subentrare le nuove imprese – la nuova amministrazione municipale ha optato per la sospensione in autotutela del bando.

LA SOSPENSIONE – “Non abbiamo cancellato il bando, lo abbiamo sospeso in autotutela”, chiarisce il presidente dem del Municipio X di Roma, Mario Falconi. Una decisione temporanea, quindi, “in attesa del parere che ho chiesto all’avvocatura capitolina, la quale si esprimerà e ci dirà se procedere con le assegnazioni o meno”, aggiunge. Saranno quindi gli avvocati del Campidoglio a prendere una decisione definitiva sul futuro prossimo del litorale e dei suoi stabilimenti. Intanto, sul punto, Ferrara contesta: “Già avevamo chiesto noi un parere all’avvocatura capitolina e questa ci aveva invitato a mettere a bando le concessioni”. Il testo a cui fa riferimento Ferrara, tuttavia, risale al 2019 e nel frattempo il Consiglio di Stato si è espresso in favore della proroga di tutte le concessioni, a livello nazionale, fino alla fine del 2023. “Anche a fronte del parere del Consiglio di Stato – aggiunge Falconi – abbiamo ritenuto opportuno procedere a una sospensione in autotutela: se dovessimo perdere i ricorsi contro i balneari esporremmo a un danno i conti dell’ente municipale e, di conseguenza, del Campidoglio”.

IL CONSIGLIO DI STATO – Con sentenza del 9 novembre scorso, il Consiglio di Stato ha stabilito che dal primo gennaio 2024 le concessioni demaniali marittime dovranno andare a gara. Fino a quella data il governo nazionale, e le associazioni di categoria, hanno tempo per riorganizzare il settore. “Il nostro bando riguarda però le concessioni già scadute nel 2020, la sentenza non può essere retroattiva e comunque ribadisce che le proroghe sono illegittime”, commenta Ferrara. Sarà questo uno dei punti dell’esposto che il M5s presenterà a giorni sia alla Corte dei conti che alla Procura perché “si fa un regalo alla lobby delle spiagge del litorale”, conclude Ferrara. Non è d’accordo la Fiba Confesercenti. “Ogni volta che si parla di Ostia si grida alla criminalità – spiega Barbadoro – queste sono imprese di persone che hanno lavorato anni, c’è il pescatore e il cameriere che dopo anni di lavoro ha messo su la sua impresa balneare. Non capiamo tanta ostilità nei confronti del comparto che pure è fondamentale nell’economia locale”.

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