Il gruppo farmaceutico statunitense Pfizer ha più che raddoppiato le stime sui ricavi garantiti dalla vendita di vaccini contro il Covid. Pfizer, insieme alla tedesca BioNtech, ha sviluppato il primo vaccino contro la malattia. Il farmaco è stato anche il primo ad essere utilizzato per l’uso sui bambini e per il terzo richiamo. La società si attende di incassare quest’anno 36 miliardi di dollari (31 miliardi di euro) e altri 29 miliardi nel 2022. È la seconda revisione al rialzo dall’inizio dell’anno. Dopo la notizia il titolo della società guadagna quasi il 4%. Lo scorso febbraio Pfizer aveva stimato incassi per 15 miliardi, poi alzati a 33 miliardi di dollari lo scorso luglio. Ora il nuovo ritocco. Solo nel terzo trimestre del 2021 il vaccino ha garantito ricavi per 13 miliardi di dollari, contro attese per 11 miliardi.

Alla luce di queste nuove stime Pfizer ha aggiornato anche le sue previsioni di fatturato per l’intero anno che ora si collocano tra 81 miliardi e 82 miliardi di dollari, 4 miliardi in più rispetto alle valutazioni precedenti. Si prevedono quindi guadagni compresi tra 4,13 e 4,18 dollari per azione rispetto a una stima precedente di 3,95 e 4,05. La quota di mercato del vaccino Pfizer è in continua crescita. In Europa, dopo l’abbandono del vaccino concorrente sviluppato dall’anglo-svedese Astazeneca, la quota di Pfizer è salita dal 70 all’80% mentre negli Stati Uniti è passata dal 56 al 74%.

Pfizer è stata accusata di mantenere alti i prezzi dei vaccini anche nei confronti dei paesi più poveri dove il percorso di immunizzazione contro la pandemia procede a rilento. Quasi il 90% dei vaccini prodotti sono stati venduti ai paesi ricchi in grado di pagare prezzi più elevati per le fiale. Come gli altri produttori il gruppo si è sempre opposto alla liberalizzazione del brevetto (come auspicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ndr) sul farmaco affermando di essere in grado di assicurare le dosi necessarie. Il vaccino è stato sviluppato anche grazie ai 440 milioni di euro di aiuti pubblici ricevuti da BioNtech dal governo tedesco a cui si sono aggiunti un centinaio di milioni forniti dalla Banca europea degli investimenti.

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