Televisione

Imma Tataranni, parla l’attrice Vanessa Scalera: “Sono così diversa da lei che per strada non mi riconosce nessuno”. Ecco il segreto del successo della serie di Rai1

L'esordio col botto della seconda stagione di Imma Tataranni - Sostituto procuratore, oltre 5,2 milioni di spettatori – è la prima serie Rai che in questo inizio di stagione supera la soglia dei cinque milioni e il 24% di share -, dimostra ciò che in molti avevano pensato: l’eroina antiborghese nata dalla penna della scrittrice Mariolina Venezia è entrata nel cuore del pubblico

di Francesco Canino

È presto per tracciare un bilancio ma l’esordio col botto della seconda stagione di Imma Tataranni – Sostituto procuratore, oltre 5,2 milioni di spettatori – è la prima serie Rai che in questo inizio di stagione supera la soglia dei cinque milioni e il 24% di share -, dimostra ciò che in molti avevano pensato: l’eroina antiborghese nata dalla penna della scrittrice Mariolina Venezia è entrata nel cuore del pubblico, che finalmente ha trovato quello che cercava. Ovvero un personaggio «stropicciato», insolito, a tratti ruvido ma certamente autentico e sincero fino all’eccesso nella continua ricerca della verità. «Imma è come un giro di giostra, di quelli che ti lasciano spettinata e un po’ stordita», ha raccontato Vanessa Scalera, l’attrice che incarna Imma Tataranni e che nell’arco di un paio d’anni ha dismesso i panni dell’attrice “di nicchia” diventando uno dei volti più amati dal grande pubblico.

In fondo, ma nemmeno troppo, una buona quota del successo della serie è proprio la Scalera, un nome forse poco noto al grande pubblico ma sicuramente una scelta efficacissima, visto che la Tataranni sembra le sia stato cucito addosso. Se è vero che la fiction italiana ripropone fino allo sfinimento quasi sempre lo stesso “inner circle” di attori, l’idea di puntare su un nome poco “usurato”, si è dimostrata una mossa vincente da parte di Rai Fiction. Soprattutto perché il basso indice di popolarità (parliamo di quello pre esordio) era ampiamente controbilanciato da un talento e da una forza espressiva clamorosa, coltivata e affinata in venticinque anni di teatro e ruoli sempre diversi. «Non penso alla popolarità ma piuttosto all’aver aggiunto un altro bel progetto al mio curriculum», precisa l’attrice che ha fatto del profilo basso un suo stile distintivo (anche nella vita privata, dove si sa solo che è fidanzata da molti anni con il regista e attore Filippo Gili). E forse è anche grazie a questo tratto caratteriale che ha conquistato i grandi registi con cui ha lavorato in passato, da Nanni Moretti a Marco Bellocchio fino a Marco Tullio Giordana, che nel 2015 la scelse per interpretare il film tv Lea, l’omaggio a Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dall’‘ndrangheta.

Ma è per merito di Imma Tataranni – che barcolla sui tacchi per le vie di Matera – che il grande successo le è esploso tra le mani a 42 anni («ma sono esteticamente talmente diversa dal sostituto procuratore di Matera che, nonostante la notorietà improvvisa, per strada non mi riconosce quasi nessuno», ammette ironica) e anche tra gli addetti ai lavori il suo nome è tra quelli più ambiti. Non a caso è nel cast di due dei film più attesi del 2021, L’arminuta e Diabolik dei Manetti Bros e già fioccano decine di proposte per il futuro. Tutte meritatissime, vista la sua bravura. E a chi si interroga sulle similitudini tra la Scalera e la Tataranni, inutile affannarsi: «Sono istintiva come lei, ma non ho il suo caratteraccio, sono più accondiscendente, più morbida e diplomatica», precisa. E sono proprio il caratteraccio sommato all’imprevedibilità del sostituto procuratore ad intrigare il pubblico: Imma è una donna normale, che si alza dal letto tutta arruffata e non perfettamente pettinata o ferocemente truccata come accade in quasi tutte le serie tv. «Io mi sono ispirata più a Frances McDormand, o alle donne dei fratelli Coen, figure potenti e lontane dai cliché» spiega la Scalera, ammettendo la volontà di raccontare un femminile diverso da quanto visto fino ad oggi in tv.

Questa diversità ha per altro spinto molti a intravedere un potenziale inedito nella serie, che per qualcuno potrebbe persino diventare la vera erede de Il commissario Montalbano, per quanto il successo clamoroso della fiction con Zingaretti sia legato molto anche dall’architrave portante dell’estro geniale di Andrea Camilleri. «Credo che Imma e Montalbano siano accomunati soprattutto dal carisma, finalmente in tv si racconta un personaggio femminile carismatico senza associare questa connotazione, come è stato fatto finora, a isteria, depressione o santità. La mia Imma è una donna molto più complessa, che sa rimettere al loro posto gli uomini di potere», si limita a dire l’attrice, svicolando da paragoni scomodi. E se nella vita di Salvo Montalbano c’è la storica fidanzata Lidia, in quella di Imma c’è Pietro, il marito strampalato (impersonato da Massimiliano Gallo, presto protagonista su Rai1 di Vincenzo Malinconico, Avvocato, la serie tratta dai libri di Diego De Silva) che in questa seconda stagione molla il lavoro fisso per inseguire le sue aspirazioni artistiche. Ma l’irreprensibile Tataranni dovrà tenere a bada la passione per il fidato Ippazio Calogiuri (interpretato da Alessio Lapice), con cui alla fine della prima stagione si era finalmente baciata. A frenare il feeling ci sono gli scontri con il procuratore capo Alessandro Vitali (Carlo Buccirosso) e l’arrivo in procura di una nuova carabiniera Laura Bartolini (Martina Catuzzi): con lei gira in lungo e in largo la Basilicata per andare a stanare i sospettati e così le loro indagini si trasformano in viaggi avventurosi e ricchi di colpi di scena.

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