La guerra fratricida in seno al centrodestra a Conegliano ha segnato una delle sconfitte più amare per Matteo Salvini, Giorgia Meloni e anche per il governatore veneto Luca Zaia. Fabio Chies era il sindaco, la sua maggioranza era andata in crisi ed era stato costretto a dimettersi un anno fa. Ma siccome riteneva di essere vittima del “fuoco amico” non ha rinunciato a candidarsi con Forza Italia, il suo partito, e con due liste civiche Forza Conegliano e Chies sindaco. Dall’altra parte una vera corazzata, se si pensa che in questa zona la Lega conosce maggioranze bulgare. Inoltre, lo stesso Zaia non solo è nato all’ospedale di Conegliano, ma è originario di Bibano di Castello di Godego, a pochi chilometri di distanza. Questa è la sua terra, da cui provengono molti dei suoi collaboratori più stretti, anzi dell’area del prosecco ha fatto una griffe politica.

Chies ha vinto con il 53,46% delle preferenze, mentre il suo sfidante, Pietro Garbellotto, si è fermato al 46,54 per cento. E pensare che due settimane fa, al primo turno, Garbellotto aveva raggiunto il 39,2 per cento, mentre Chies era arrivato al 31,9 per cento. Per contrastare il candidato di Forza Italia, Zaia, la Lega per Matteo Salvini premier e i Fratelli d’Italia della Meloni avevano pescato un pezzo da novanta dell’imprenditoria di Conegliano. “È lui l’uomo giusto per Conegliano, un imprenditore vincente”, aveva detto in diverse occasioni Zaia che, a differenza delle sue abitudini visto il ruolo istituzionale che ricopre, è andato più volte in città a tenere discorsi elettorali. Aveva portato a Conegliano anche Salvini. Garbellotto è il presidente dell’Imoco, la squadra di pallavolo femminile, pluriscudettata ed ora anche campione d’Europa. Ma non gli sono bastate le imprese delle sue giocatrici e neppure la mossa di rinunciare alcune settimane fa ad un vecchio contenzioso con il Comune sull’uso di una struttura sportiva, che gli avrebbe precluso l’elezione, avendo un conflitto d’interessi in atto. Se Paola Egonu fa i miracoli sopra la rete, Garbellotto non ha fatto il miracolo nell’urna. La sconfitta è cocente.

La coalizione che sosteneva Garbellotto sembrava invincibile. Basti pensare che a Conegliano il partito di Salvini e Zaia aveva raccolto il 61 per cento dei voti alle Regionali di un anno fa. In quel caso ci fu il traino della candidatura di Zaia, ma anche in questo caso il governatore si è speso in prima persona, il che non ha evitato che al primo turno la Lega si sia fermata, il 4 ottobre scorso, a un modesto 17 per cento. Così, in consiglio comunale entrano solo due leghisti, Maurizio Tondato e Olga Rilampa, su un totale di 24 seggi. Una rappresentanza misera. È stato decisivo l’accordo che Chies ha raggiunto con il Pd, pur senza apparentamenti formali. L’appoggio dei dem è stato decisivo per la rimonta e il sorpasso rispetto a Garbellotto. È il primo sonoro schiaffo elettorale che Zaia prende un anno dopo la trionfale rielezione in Regione Veneto con una maggioranza del 76%. Come non bastasse, con Chies si era schierato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che adesso gongola.

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