Addio Daniel Craig. Addio a uno dei migliori James Bond visti sul grande schermo. L’attore lascia il posto e c’è da scommettere che persino Ian Fleming ne sarebbe dispiaciuto. Perché Craig ha saputo ‘portare il personaggio nel presente’ senza perdere un filo di “bonditudine”. Alla prima di No Time To Die c’erano tutti. La Royal Albert Hall di Londra non è posto per chi non vuole farsi notare e a salutare Craig per questa ultima ‘sua’ pellicola che arriva finalmente nelle sale dopo svariati rinvii c’erano tutti. Fan in visibilio. Protagonisti: Rami Malek, the villain, Lashanna Lynch, la ‘quasi Bond’, Lea Seydoux, la psicologa. E dagli sportelli aperti delle auto scure, appena accostate davanti al tappeto rosso, sono spuntate alcune teste reali: Carlo e William con Camilla e Kate. Tutti per Craig, che ha tenuto in vita il mito squisitamente britannico dell’agente segreto elegante pure quando uccide. Ha battuto Roger Moore, quanto a longevità: dopo 15 anni di Bond, Craig è ormaiBond. Il film, nelle sale dal 30 settembre, ha già ottenuto importanti risultati nelle pre-vendite di biglietti ed è un segno buono, perché il cinema ha bisogno di riprendersi dopo la dura ‘serrata’ imposta dal covid. La domanda adesso è una e se la fanno gli spettatori così come i bookmaker: chi sarà il prossimo Bond? I casting si apriranno nel 2022 ma intanto si fa qualche nome. Al primo posto ci sarebbe il ‘Peaky fuc**** BlinderTom Hardy, 44enne londinese che Nolan ha voluto dirigere due volte (Inception e Dunkirk). Poi c’è Regé-Jean Page, il 31enne pure lui londinese che è stato il Duca di Hastings nella serie Bridgerton, un guilty plaesure liquidato da molti come ’50 sfumature di Harmony’ e consumato poi (dagli stessi che lo liquidano, più altri milioni di spettatori) con voracità. En passant, Page non sarà nella seconda stagione della serie Netflix: pare abbia rifiutato (Hollywood Reporter) 50 mila dollari a puntata per non “rimanere incastrato nel personaggio”. E che ci dice, Mr. Page, di James Bond? È un personaggio abbastanza affascinante da rischiare l’immedesimazione negli occhi e nella testa del pubblico? Non c’è fretta. Il tempo per decidere c’è e, God Save The Queen, ci sono anche due donne possibili Bond: Suranne Jones che per il Guardian è “una delle migliori attrici britanniche” e Lashana Lynch, che sul set di 007 si sente già a casa. Che penserebbe Ian Fleming, si chiede qualcuno. Poco importa. “James Bond stava seduto nella sala d’aspetto dell’aeroporto di Miami. Aveva già bevuto due bourbon doppi e ora rifletteva sulla vita e la morte. Anche se ammazzare la gente faceva parte della sua professione, la cosa non gli era mai piaciuta. Quando vi era costretto, cercava di farlo come meglio poteva e poi se ne dimenticava. Come agente segreto in possesso del raro prefisso “00” – l’autorizzazione a uccidere nel Servizio Segreto – era suo dovere mantenersi di fronte alla morte freddo come un chirurgo. Se doveva succedere, succedeva. Peggio, era un tarlo che rodeva il cervello…”. Se immaginate questa scena, di chi vedete la faccia? (di voi stess* non vale come risposta).

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