I movimenti pro vita sono avvisati. Tutti i partiti, meno Vox e i Popolari, si sono espressi a favore di una riforma del Codice Penale che sanzioni con pene da tre mesi a un anno di reclusione o servizi sociali chi “molesta o limita la libertà di una donna che vuole esercitare il suo diritto di interrompere la gravidanza”. Il Congresso così ha dato il via libera per l’inizio dell’iter legislativo della proposta di legge.

L’iniziativa si basa sui risultati di un report del 2018 condotto dall’Associazione delle cliniche accreditate per l’interruzione della gravidanza (Acai) che ha intervistato 300 donne. L’89% di loro ha dichiarato di essersi sentita perseguitata dai gruppi antiabortisti appostati al di fuori delle cliniche. In molti casi si avvicinano alle donne mostrando fotografie, feti giocattolo e recitando proclami contro l’aborto. In questo senso è emblematico il racconto anonimo che la deputata socialista Laura Berja ha letto nell’apertura della sessione parlamentare di martedì: “Sono arrivata alla clinica molto nervosa perché abortire non è facile, però la cosa peggiore è stato il trattamento che ho subito da parte di alcuni uomini. Non so chi siano quelli che mi hanno sgridato e che mi hanno detto che lì dentro le donne muoiono”.

Il dibattito nel Congresso si è fatto subito incandescente, tanto che il deputato di Vox, José María Sánchez García, ha insultato Berja chiamandola “strega”. Redarguito dal vicepresidente della Camera Alfonso Rodríguez, si è rifiutato di uscire dalla sala, causando la sospensione della seduta per 10 minuti. Íñigo Errejón, leader del piccolo partito di sinistra Más País, si è schierato dalla parte di Berja ridicolizzando Sánchez García: “Se un inquisitore ti chiama strega è motivo di orgoglio”:

Al di là degli insulti, Vox e Partito Popolare (Pp) hanno criticato la proposta di legge perché inventerebbe “un nuovo delitto” e introdurrebbe pene contro diritti fondamentali come “la libertà di espressione e riunione”. Secondo il Psoe si tratterebbe invece di impedire che le donne vengano sottomesse “a pubblica derisione” spiegando che “offendere, insultare e chiamarle assassine non è libertà d’espressione, ma delitto e coazione”. Solo una settimana fa il Pp ha votato nel Parlamento europeo contro l’istituzione della violenza machista come crimine umanitario.

La riforma del Codice Penale si inserisce in una più ampia modifica della legge sull’aborto che intende regolare l’obiezione di coscienza nella sanità pubblica spagnola. Più dell’80% degli interventi è infatti eseguito in cliniche convenzionate, una situazione che espone la donna a servizi e trattamenti diversi in base alla sua Comunità Autonoma. Il governo di Pedro Sánchez vuole eliminare anche la necessità del consenso dei genitori per le giovani di 16 e 17 anni, come deciso dai Popolari nel 2015. La ministra dell’Uguaglianza, Irene Montero, ha promesso che l’esecutivo si occuperà del tema entro la fine dell’anno.

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