La ressa e la rissa, le liste e i pugni. Mattinata di caos a Napoli, dove a mezzogiorno è scaduto il termine per la presentazione degli elenchi dei candidati alle elezioni amministrative del prossimo 3 ottobre. Nel quartiere di Soccavo, sede dell’ufficio elettorale partenopeo, a pochi minuti dalle 12 attimi di tensione a causa di chi ha cercato di consegnare i plichi sul filo di lana. Grida, spintoni, decine di persone accalcate sulle scale di fronte allo sbarramento della Polizia municipale. Qualcuno ha addirittura cercato di passare dalla finestra uno scatolone con le firme. Una ressa che non si è conclusa neanche alla chiusura delle porte dell’ufficio, con accese discussioni con i delegati alla presentazione rimasti fuori. Quanto accaduto a Soccavo, tuttavia, è poca cosa rispetto alla rissa scoppiata due ore prima all’interno della sede di Fratelli d’Italia, in via Calata San Marco. “Sono in barella in ospedale, poi andrò in questura a denunciare”. La voce è quella di Pietro Diodato, ex consigliere comunale, in corsa alle prossime amministrative a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca. A ilfattoquotidiano.it racconta lo scontro con Marco Nonno, consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia (non candidato alle comunali di ottobre). Anche Diodato avrebbe dovuto rappresentare il partito di Giorgia Meloni, ma dopo quanto successo in mattinata sarà presente nella lista civica dell’ex magistrato. I diretti interessati hanno fornito ricostruzioni diametralmente opposte, di certo entrambi presenteranno denuncia. A sentire Diodato, Nonno (che non ha risposto alle telefonate de ilfattoquotidiano.it) in mattinata ha cercato di mettere a segno un blitz per escludere dalle liste i candidati della fazione opposta. I due, infatti, sono da sempre avversari nella zona di Pianura, quartiere di oltre 57mila abitanti della periferia occidentale del capoluogo campano.

“Ieri c’era stata una discussione sulle candidature alla presidenza delle municipalità, c’era un po’ di tensione e avevo chiesto di fermare le liste. Dopo un chiarimento a livello provinciale e nazionale con l’onorevole Donzelli, abbiamo trovato una mediazione politica. Tutto era rientrato – ha raccontato Pietro Diodato al Fatto.it – Nel frattempo il consigliere regionale Nonno ne aveva approfittato per compilare una nuova lista escludendo tutti quanti noi dalle candidature alle municipalizzate: voleva fare un blitz. Me ne sono accorto, ho cercato di fermarlo, mi ha dato una testata sulla fronte“. Identica nella dinamica, ma opposta nei ruoli la versione di Marco Nonno: “Quando Diodato si è accorto di non avere voti e di non essere sostenuto dal partito – ha raccontato a Repubblica.it – è arrivato come una furia nella sede del partito. Dopo essere stato da Maresca che pure gli ha detto che non lo candiderà. Voleva scappare con il plico contenente le liste per le municipalità. Quando abbiamo tentato di fermarlo ha cominciato a dare testate, ferendomi al volto. Ha ritirato poi i suoi 35 candidati e in queste ore abbiamo dovuto telefonare a tutti per riempire di nuovo le liste”.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Palamara, così la grande fuga dei partiti (e il flirt con la Lega) può portare in Parlamento l’ex magistrato sotto inchiesta

next
Articolo Successivo

De Luca, ecco perché la sua idea sui trasporti pubblici non solo è inutile ma è anche dannosa

next