Dopo quasi quattro giorni di silenzio, l’ex presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, ha mandato un videomessaggio alla Nazione, parlando dagli Emirati Arabi Uniti. Ghani, che secondo alcune fonti si era dato alla fuga poco dopo l’ingresso dei talebani a Kabul, domenica scorsa, portando con sé molti soldi, ha specificato di essere andato via perché costretto dai suoi servizi di sicurezza perché rimanendo sarebbe stato “un disastro terribile”. Ghani ha detto di averlo fatto anche per “evitare un bagno di sangue” che avrebbe fatto diventare il suo Paese come la Siria o lo Yemen, sottolineando che se non avesse lasciato l’Afghanistan “sarebbe stato giustiziato davanti agli occhi del popolo”. “Nonostante i talebani si fossero impegnati a non entrare a Kabul, si erano avvicinati al palazzo presidenziale – ha aggiunto – Non avevo paura della morte ma sono stato costretto ad andarmene per evitare spargimenti di sangue nella città e per proteggere Kabul dalla distruzione”. Secondo quanto riporta Al Jazeera, Ghani ha anche risposto a chi lo ha accusato di essere fuggito con “valigie di denaro”, sostenendo che sono accuse false e che fa tutto parte di un piano “per diffamare la sua persona”. Quindi Ghani ha ribadito di aver dovuto lasciare il Paese perché “se fossi rimasto avrei assistito a spargimenti di sangue a Kabul” e di averlo fatto lasciando dietro di sé proprietà e anche “documenti confidenziali”.

“Prima di lasciare il Paese, stavo lavorando con i Talebani per negoziati che fissassero le condizioni per una transizione pacifica dei poteri, per tenere Kabul al sicuro”, ha quindi continuato, ribadendo che il suo “impegno verso i miei concittadini e concittadine era di evitare un bagno di sangue ed assicurare la pace, la stabilità e lo sviluppo per l’Afghanistan, questo è il mio obiettivo generale”. Ghani ha quindi espresso sostegno ai negoziati dell’ex presidente Hamid Karzai con i talebani, dicendosi orgoglioso delle forze afghane.

L’ex presidente ha infine fatto poi sapere di essere negli Emirati Arabi Uniti e di essere anche pronto a un eventuale ritorno: “Mi sto attualmente consultando per tornare in Afghanistan e combattere per la sovranità dell’Afghanistan. Tornerò presto. In passato molti governanti hanno lasciato l’Afghanistan nell’ora del bisogno e poi sono tornati”.

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